Educare alla socialità

«Giorni fa ho assistito alle infruttuose richieste di un bambino piccolo che avrebbe voluto giocare con due bambini grandi. I grandi lo rifiutavano ripetutamente e i rispettivi genitori non sono intervenuti. Non sono comportamenti che spianano la strada al bullismo?».  Donatella - Castiglion Fiorentino (Ar)

Sì, è così, perché sono atteggiamenti, sia quelli infantili che quelli adulti, che non tengono conto dei sentimenti e dei bisogni dell’altro. La cosa che la colpisce di più, come mi spiega nella lettera, è che i genitori non siano intervenuti per mediare e per facilitare un rapporto tra i bambini. Sono rimasti impassibili sotto gli ombrelloni senza cogliere l’opportunità di dare ai loro bambini qualche suggerimento pratico per fare amicizia.

Gli adulti hanno questa meravigliosa possibilità di intervenire nei conflitti dei bambini offrendo loro soluzioni semplici, giocose, che distraggono i bimbi dalle loro liti. Il modo di fare di questi genitori non solo ha ignorato il comportamento di suo figlio di scarsa disponibilità verso il bambino più piccolo, ma lo ha addirittura incoraggiato (chiedendogli di togliersi dalla foto che stava scattando ai suoi figli), continuando a far sentire il piccolo “uno di troppo”. Mi sembra un’opportunità perduta di educare i figli a potenziare le proprie abilità sociali. Non si tratta di un “buonismo” senza spessore, ma di cogliere i momenti di vita in cui si può insegnare ai bambini che mettersi nei panni degli altri, specie se più deboli, li aiuta a crescere più flessibili e intelligenti, meno condizionati da impulsi e desideri.

 

 

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