Ecosistemi, vivere meglio con meno

Il traguardo delle 20 candeline per questa fondazione e un unico obiettivo: costruire una società e un’economia più giuste, sostenibili, rispettose per il pianeta e per le persone

«Vent’anni. In questi giorni di aprile, Ecosistemi, oggi una Fondazione, compie 20 anni. Anni di attività professionale per trovare le forme e i modi per “vivere meglio con meno”. Meno materia e meno energia, per costruire, qualche volta in direzione ostinata e contraria, una società e un’economia più giusta, per il Pianeta e per le persone».

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Queste le parole (sul suo profilo Facebook) di Silvano Falocco, ideatore e fondatore di Ecosistemi, una piccola azienda che però ha dato una grande spinta all’Italia e ad alcuni Paesi europei, verso la green economy.

«Un compleanno che senza dubbio apre nuove e future sfide», scrive Marta Bonafoni, consigliere regionale del Lazio. «Siete una risorsa indispensabile», commenta Carlo De Angelis da anni impegnato nel terzo settore. «Grazie di aver ben seminato nella nostra fertile terra, ora il nostro bosco sta crescendo vigorosamente!», scrive Gianfranca Cumpostu, funzionario (in pensione) del comune di Lula, provincia di Nuoro (Sardegna); e ancora gli fa eco Alberta Maranzano (da sempre impegnata in politiche ambientale a Roma): «Siete la nostra speranza»… e tanti ma tanti altri!

Silvano Falocco
Silvano Falocco

Era il 1998, anno in cui in Italia uscì nelle sale cinematografiche il celebre film Titanic di James Cameron, che vinse 11 premi Oscar e 4 Golden Globe. Il film che fece sognare tutti per le sue scene quasi impossibili. E forse quel film ispirò Silvano nel realizzare un’impresa “titanica”, quasi irraggiungibile in quegli anni di fine secolo XIX. Può davvero esistere una società più green, che rispetti l’ambiente e al tempo stesso possa dare lavoro e un futuro migliore per il pianeta? Ebbene sì, Silvano ci ha creduto.

E se oggi in Italia abbiamo una legge sul Green Public Procurement o GPP (legge 221 del 28 dicembre 2015), cioè sugli acquisti verdi − obbligatori e sotto garanzia dell’Anac − nella pubblica amministrazione, è forse grazie anche alla sua tenacia, alla forza del suo team, di Ecosistemi, prevalentemente donne, che non ha mai gettato la spugna, soprattutto nei momenti più difficili, quando la strada era solo in salita… nonostante tutto si sono visti i frutti.

L’Italia è il primo Paese in Europa in cui il GPP è diventato obbligatorio per legge, vincolando le pubbliche amministrazioni a scegliere beni e servizi tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale nel corso dell’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo e smaltimento) e integrando i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto.

Ed Ecosistemi è nata proprio per questo, per verificare, incentivare, spronare le pubbliche amministrazioni e i privati nel praticare e intraprendere strade più sostenibili, verso un’economia circolare e per un futuro migliore.

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“Fin dall’inizio abbiamo avuto un’ambizione quasi “smisurata” – afferma Falocco −. Nel 1999 vincemmo un progetto europeo (Closed), per la costruzione di distretti produttivi a ciclo chiuso, attraverso la simbiosi eco-industriale e l’economia circolare, prima che questo termine esistesse. Invitammo, per questo, Ed Cohen-Rosenthal della Cornell University, che morì poi nel 2002, a parlare della “progettazione a cascata”, dove le attività produttive concentrate in un’area cercano di utilizzare, ognuna, gli scarti dell’altra, fino a diventare a “rifiuti zero”. Nel 2003 iniziammo un’attività, che continua ancora oggi, per inserire i criteri ambientali e sociali negli appalti pubblici (Green Public Procurement). Redigemmo la prima guida europea per gli acquisti verdi (il GPPnet), qualche mese prima della Commissione Europea e 14 anni prima che il GPP diventasse, in Italia, obbligatorio. Nel 2006 iniziammo a costruire, utilizzando il meraviglioso lavoro realizzato dall’Istat, una tra le prime contabilità dei flussi di materia regionale, in Basilicata, per contribuire a cambiare le decisioni pubbliche, tenendo conto non solo dell’economia ma anche dell’ambiente. Dal 2016, in un progetto di ricerca europeo, stiamo sviluppando approcci e strumenti per il Metabolismo territoriale, sempre con l’Istat e lo IUAV di Venezia. Da sempre, con Alex Langer, pensiamo però che la sostenibilità debba essere partecipata e socialmente desiderabile: lavoriamo per questo con i metodi della partecipazione, sia quando lavoriamo con le imprese che con le istituzioni e i territori. Dal 2008 ci siamo consumati nel diffondere il GPP in Italia e in Europa, con il Forum CompraVerde-BuyGreen ), oggi a Roma (prossimo appuntamento il 18 e 19 ottobre 2018), e stiamo cercando di estenderne l’ambito di applicazione in altri settori, come le attività culturali e sportive (GreenFEST) o nei fondi comunitari (GPP Stream)».

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Insomma, Ecosistemi in questi primi 20 anni non solo ha anticipato di non poco le politiche nazionali ed europee nella green economy, ma oggi pratica – con centinaia di progetti e attività − un impegno «che sa coinvolgerci e divertirci, in un costante laboratorio di innovazione, per verificare se il mondo in cui crediamo – più equo e sostenibile – può veramente nascere da quello che sperimentiamo, tutti i giorni. Qualcuno la chiama economia trasformativa e credo che non abbia torto − ha concluso Falocco −, ma la trasformazione riguarda anche noi, che non siamo più – “Todo cambia”, direbbe Mercedes Sosa − fortunatamente, quelli di prima».

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