Due lutti per Torino

La città piemontese saluta il cardinale Saldarini e Pietro Ferrero

Nel tardo pomeriggio di ieri lunedì 18 aprile, è morto all’età di 86 anni, il cardinale Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino dal 1989 al 1999. Poche ore prima si spegneva, stroncato da un malore in Sudafrica, Pietro Ferrero, 48 anni, figlio di Michele Ferrero e amministratore delegato del gruppo dolciario di Alba. Due figure di rilievo per la città.

 

Pietro era in Sudafrica per motivi di lavoro. È stato colpito, forse un infarto, mentre era in bicicletta, sua grande passione. Pietro guidava la società insieme al fratello Giovanni e al padre Michele, che era con lui in Sudafrica per progettare la realizzazione di uno stabilimento non lontano da Johannesburg. Pietro non perdeva mai l’occasione per una pedalata. Poche ore prima di morire aveva parlato al telefono con Ivan Gotti, ex ciclista professionista e vincitore di due edizioni del Giro d’Italia.

 

Figlio maggiore di Michele e nipote del fondatore dell’impero della Nutella (dal quale ha preso il nome), Pietro era sposato con Luisa ed è padre di tre figli. Rappresenta la terza generazione dell’azienda di Alba nota nel mondo non solo per la Nutella, anche per i marchi Mon Cherì, Rocher, Tic Tac, Pocket Coffee, Kinder. Nato a Torino nel 1963, laureato in biologia col massimo dei voti, ha iniziato a lavorare in Ferrero nel 1985. Pietro è stato anche membro del Consiglio di amministrazione di Ras, oltre che del Consiglio consultivo di Deutsche Bank e del Comitato esecutivo di Aspen Institute. È stato consigliere di Mediobanca fino all’ottobre 2002. Nel novembre 2002 ha ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio Leonardo Qualità Italia 2002. Conosciuto per la sua riservatezza, si vedeva comunque molto spesso in centro ad Alba, dove tutti lo conoscevano ed apprezzavano il suo modo di fare e le sue grandi capacità imprenditoriali.

 

”L’Italia perde – commenta una nota del ministro degli Esteri, Franco Frattini – un uomo di impresa che ha saputo incarnare le qualità migliori della nostra storia industriale: la continua ricerca dell’ eccellenza, la creatività, la determinazione a competere anche in momenti difficili per affermare il proprio marchio fino a renderlo un simbolo”. “È una perdita gravissima, – ha detto il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota – un manager capace e un uomo di raro spessore. Mi stringo a nome di tutti i piemontesi intorno alla famiglia, simbolo di grande dedizione al lavoro e di grandi valori“. ”È un giorno tristissimo per tutta la Comunità della Granda – ha aggiunto la presidente della Provincia Gianna Gancia -. Il suo forte impegno lavorativo, la sobrietà, la concretezza e gli alti valori umani che lo contraddistinguevano lasciano un grande vuoto in tutti noi. Ci stringiamo alla famiglia in questo momento di grande dolore”. ”Ora sta calando lo sconforto sulla città. Lo conoscevo come una persona molto discreta, nello stile Ferrero. – ha detto il fondatore di Slow Food Carlo Petrini – Una famiglia che non appare mai in maniera invasiva ma che ha caratterizzato una stile di piemontesità classica fondata sul lavoro e la dedizione”.

 

Il cardinale Saldarini ha invece trascorso le sue ultime ore a Milano, dove era ricoverato. La salma è stata esposta nella chiesa di san Francesco di Paola in Milano, dove si è recato in visita l’arcivescovo mons. Dionigi Tettamanzi per un momento di preghiera. La salma è stata poi trasferita alla cattedrale di Torino, dove mercoledì mattina è stata esposta per il saluto dei fedeli, mentre nel pomeriggio sono stati celebrati i funerali dall’Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.

 

“La scomparsa del cardinale Saldarini, – dice Nosiglia – suscita un dolore che è tuttavia unito alla certezza del suo incontro con il Signore proprio in questi giorni in cui celebriamo il grande mistero della Passione, morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Sono certo che il suo intenso ministero, e poi la sua silenziosa sofferenza in questi anni, dopo la rinuncia alla diocesi, sono stati interamente offerti per la sua amata Chiesa di Torino. La comunità diocesana torinese ha continuato a sentirlo presente e lo ha sempre ricordato nella preghiera“.

 

Nato a Cantù l’11 dicembre 1924, il cardinale Saldarini viene ordinato sacerdote dalle mani del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster nel 1947. Nel 1979 viene nominato prelato d’onore di Sua Santità. Nel 1982 l’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini nomina monsignor Saldarini vicario episcopale per la zona pastorale di Milano Città. Nel 1983 Saldarini venne nominato canonico maggiore effettivo del capitolo metropolitano di Milano e contemporaneamente rinuncia alla cura pastorale della parrocchia San Babila. L’anno dopo papa Giovanni Paolo II lo elegge vescovo titolare di Gaudiaba e ausiliare dell’arcivescovo di Milano. Il 31 gennaio 1989, poi, gli affida la cura pastorale, come arcivescovo, della Chiesa metropolitana di Torino. Domenica 19 marzo 1989 iniziò nella Cattedrale il suo ministero episcopale.

 

Fatto non frequente nella vita di un vescovo è stato quello di poter presentare al Santo Padre quattro venerabili Servi di Dio per la proclamazione a Beati: Filippo Rinaldi (29 aprile 1990), Pier Giorgio Frassati (20 maggio 1990), Giuseppe Allamano (7 ottobre 1990), Giuseppina Gabriella Bonino (7 maggio 1995). Il 28 giugno 1991, Giovanni Paolo II cooptò nel Collegio Cardinalizio l’Arcivescovo Giovanni Saldarini, assegnandogli come chiesa titolare in Roma, la Basilica del Sacro Cuore di Gesù al Castro Pretorio, costruita da San Giovanni Bosco.

 

Sotto la guida del card. Saldarini, nel 1993 la Diocesi organizzò e accolse la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani e durante il suo mandato l’arcivescovo promosse due ostensioni private della Sindone: il 7 settembre 1992 e il 14 aprile 1997. Seguì anche l’ostensione pubblica che si svolse dal 14 aprile al 18 giugno 1998. I programmi pastorali offerti dall’arcivescovo alla diocesi sono stati scanditi annualmente da precise tematiche affidate ad altrettante lettere pastorali. Fin dai primi mesi del suo episcopato torinese, il cardinale intese evidenziare alcune attenzioni in risposta alle attese di molte persone: nel 1990 nacque l’annuale “Giornata Caritas”; sono pure significativi gli annuali incontri di riflessione per politici e amministratori; di preghiera e di riflessione per i catechisti e gli operatori pastorali in occasione della consegna del mandato; la veglia missionaria, le celebrazioni per gli operatori scolastici, per gli operatori nel mondo della sanità e per quanti operano nell’Università. Forte è stato l’impegno per le vocazioni sacerdotali e alla vita di speciale consacrazione, per il Diaconato permanente, per la costituzione dell’Ordo Virginum.

 

Saldarini si dimise da Arcivescovo di Torino, per raggiunti limiti d’età, il 19 giugno 1999.

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