Diritti umani e regola d’oro

Il discorso di papa Bergoglio al Congresso Usa a Washington è stato, come sottolineano i più autorevoli osservatori nel mondo, un capolavoro di alta politica. E di semplice Vangelo c'è da aggiungere.
Il papa in Usa

Con il suo consueto tono pacato e la sua mitezza, il papa è riuscito a suscitare decine di applausi (37), non sempre della stessa intensità e unanimità, va detto, inducendo alle lacrime il duro speaker repubblicano John Boehner.
Francesco ha invocato l'abolizione della pena di morte, auspicando una nuova e misericordiosa accoglienza dei migranti, perché l'America è "terra di sogno e libertà". Ha sottolineato il problema della tutela dell'ambiente e condannato le schiavitù moderne. Ha pure messo l'accento sulla vita e la famiglia ("minacciata come forse mai prima"), che vanno tutelate.

Se la politica (non sottomessa a economia e finanza) è l'arte di servire al meglio la persona che vive in società, le parole di Bergoglio sono state politiche. Ma il discorso non era solo progressista, tantomeno solo di sinistra. Era Vangelo. Non per niente una delle chiavi dell'intero discorso è stata la citazione della "regola d'oro" ("fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te") come via per la soluzione di ogni conflitto.

Poi il papa se n'è andato dai "suoi" poveri invece di rimanere a pranzo coi deputati e senatori. Sulla scia di Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton da lui citati. Assieme a Lincoln.

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