Detenuti al lavoro con AnRel

Un’agenzia nazionale di reinserimento e lavoro per chi ha lasciato il carcere o sconta l’ultimo periodo di pena. Un progetto del Rinnovamento nello Spirito insieme al Ministero di grazia e giustizia
Martinez Letta Alfano

Detenuti che stanno ultimando lo sconto della pena o ex che il carcere l’hanno già lasciato e che vogliono provarsi in un lavoro esterno al penitenziario e acquistare così una competenza da spendere sul mercato: ecco il profilo a cui si rivolgerà Anrel, la prima agenzia nazionale, anche a livello europeo che si occuperà di reinserimento e lavoro di persone in stato di detenzione o appena liberate. Presentata, stamane, al Ministero di grazia e giustizia, a Roma, alla presenza del ministro Angelino Alfano, del sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta e di Franco Ionta, capo del dipartimento penitenziario, l’agenzia nasce dall’esperienza che il Rinnovamento nello Spirito ha avviato in modo pioneristico in Sicilia.

 

A Caltagirone nei 52 ettari di terra appartenenti alla famiglia di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito popolare italiano, il Rinnovamento che conta in Italia oltre 200 mila aderenti, ha dato vita ad un polo d’eccellenza, dove una cooperativa sociale e un’azienda agricola sono gestite da ex  carcerati. Qui si è avviata la coltivazione e la commercializzazione di prodotti agricoli e si è investito anche su una bottega artigianale di oggetti in ceramica.

 

«Sturzo nell’appello ai liberi e forti richiamava quattro punti che sono diventati il cardine della nostra esperienza», ha detto Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, durante la conferenza stampa di presentazione. «La famiglia e l’infanzia, la libertà di coscienza, l’educazione come strumento di prassi positive, la legislazione nazionale e sociale, sono valori che non possono andare in soffitta nonostante la crisi e ci ricordano che i poveri possono essere protagonisti di rinnovamento», ha proseguito Martinez.

 

Il progetto prevede oltre alla formazione professionale indirizzata su agricoltura, servizi alla persona, riciclaggio rifiuti e fonti rinnovabili, ristorazione, anche percorsi di umanizzazione, di spiritualità e reinserimento sociale della persona. Il processo riabilitativo poi coinvolgerà l’intera famiglia del detenuto, spesso curata “dalle associazioni a delinquere, che in questo modo mantengono un controllo sull’affiliato e possono reclutarne i figli”, ha spiegato ancora Martinez.  A chi domandava se la fede precludesse la scelta dei detenuti che godranno di questo programma, dato l’esplicito percorso religioso, Martinez ha risposto che « in Sicilia i detenuti impegnati nel polo sono indù, musulmani e ognuno segue la sua fede, senza alcuna costrizione».

 

Insieme al Rinnovamento, promotori dell’iniziativa sono le Acli, la Coldiretti, la Caritas italiana. La convenzione firmata dalla fondazione «Mons. Francesco di Vincenzo», che fa capo al movimento di Martinez e dal ministero consentirà il lancio dell’agenzia in 5 regioni pilota: Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, territori che ospitano il 55% della popolazione carceraria italiana. «Il finanziamento di 4 milioni e 800 mila euro consentirà l’istituzione di una banca dati per 6 mila detenuti e 1.500 saranno orientati al lavoro», ha spiegato Ionta a capo del dipartimento penitenziario. «Inoltre ben 150 saranno sostenuti attraverso borse lavoro nella creazione di un’impresa e 1.100 nella costituzione di cooperative».

 

L’inserimento di un detenuto in un’esperienza lavorativa comporterà un risparmio di 157 euro al giorno per detenuto ma soprattutto ridurrà del 90% il rischio di tornare a delinquere, come studi e analisi dimostrano dopo aver esaminato un ampia casistica sul reinserimento. Ed è su questo punto che ha particolarmente insistito il ministro Alfano: «Questo progetto è anche una sfida alla recidiva e rende le nostre città più sicure». Ha poi voluto sottolineare che un pezzo di società liberamente ha voluto offrire un suo contributo allo stato, facendo sì che anche gli articoli della costituzione 27 e 118 che «parlano di pena non contraria al senso di umanità e di sussidiarietà orizzontale sono stati concretamente applicati». Ora si attende l’apertura di questi centri di coordinamento e di consulenza sul territorio.

 

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