Democrazia: un potere di tutti, di molti o di pochi?

Pronta a partire la Biennale democrazia in programma a Torino. Si comincia mercoledì 13 con Draghi e Benigni
Roberto Benigni

Saranno Mario Draghi, il Governatore della Banca d’Italia, e l’attore Roberto Benigni ad aprire ufficialmente mercoledì 13 aprire la seconda edizione di “Biennale Democrazia”, la manifestazione culturale presieduta da Gustavo Zagrebelsky e organizzata dalla città di Torino in programma fino al 17 aprile. Alle ore 15 una lectio magistralis del governatore Draghi insieme al costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, che è anche il presidente del Comitato organizzatore della Biennale, darà inizio alla cinque giorni in cui si parla di politica, economia e sapere, cinque giorni di laboratorio pubblico volto alla partecipazione attiva dei cittadini nella discussione sui principi fondativi, le tipologie, le prospettive e le dimensioni critiche della democrazia. Alle 21,30 al Palaolimpico Isozaki, sarà di scena Roberto Benigni con “Tutto Dante – VI Canto del Purgatorio”.

 

“Tutti. Molti. Pochi.” è il titolo dell’appuntamento di quest’anno dedicato al rapporto fra “il potere di tutti”, proprio della società democratica, e “i poteri di pochi”, cioè la crescente influenza esercitata dalle oligarchie nella nostra vita pubblica.

Biennale Democrazia è un laboratorio pubblico permanente, radicato nel territorio e rivolto alle grandi dimensioni della politica odierna, aperto al dialogo, capace di coinvolgere i giovani delle scuole e delle università e destinato a tutti i cittadini.

 

La città di Torino, che organizza la manifestazione in collaborazione con la Regione Piemonte nell’ambito di Esperienza Italia ripropone quindi la formula vincente della prima edizione, quando 40 mila persone, fra cui tanti giovani, affollarono teatri e spazi pubblici della città per prendervi parte. Con la particolarità che quest’anno Biennale Democrazia si colloca nel calendario delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, che rendono così omaggio a una delle eredità più preziose scaturite dall’esperienza risorgimentale: il “governo del popolo” italiano. Un’impronta storica che si interseca con la funzione ispiratrice della figura di Norberto Bobbio.

 

Il filo conduttore vede il confronto fra il potere di tutti e i poteri dei pochi, esplorando in particolare la realtà delle oligarchie del potere, del sapere e dell’avere. Ma il programma darà spazio anche al confronto su minoranze e movimenti, alla sostenibilità ambientale, nonché all’Italia, nel suo 150° compleanno.

 

Inoltre tra le novità di quest’anno vi è il ciclo di incontri “I grandi discorsi della democrazia – Da Demostene a Obama”, una serie di letture commentate che inizierà durante la manifestazione per poi proseguire fino al mese di dicembre.

Tra le cose particolari della Biennale, nell’anno del 150° anniversario dell’Unità, l’organizzazione ha coinvolto tre città in un esperimento di discussione informata sul federalismo: “Quale federalismo per l’Italia?” Torino al nord, Firenze al centro e Lamezia al sud. Da cittadino a cittadino: una delegazione dei partecipanti delle tre città dà voce alle ragioni delle proprie scelte, alle paure e alle speranze evocate da questo termine ancora spesso incompreso.

Tanti i luoghi coinvolti, il Teatro Carignano è il quartier generale di Biennale Democrazia, con l’antistante piazza Carignano, ma gli incontri si svolgono anche al Circolo dei Lettori, al Teatro Gobetti, al Teatro Regio, alla Cavallerizza Reale, all’Università, al Cinema Massimo e alla Sala Congressi Intesa Sanpaolo in piazza San Carlo. Sede d’eccezione di questa edizione sarà inoltre un luogo simbolo dell’Unità nazionale: l’Aula del Senato, sede del Primo Senato d’Italia, riallestita a Palazzo Madama.

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