De Magistris 2, il ritorno

Il primo cittadino torna a governare la città dopo un mese vissuto in strada in mezzo alla gente. Si annunciano cambiamenti, ma non mancano polemiche sulla legge Severino applicata anche a Berlusconi con esiti differenti. Dalla nostra corrispondente
De Magistris

Se fosse un incontro di boxe, si potrebbe dire: «Primo round a de Magistris». Invece, è la realtà e prevederà alti round. Giovedì 30 ottobre, a circa un mese dalla sospensione di Luigi de Magistris dalla carica di sindaco di Napoli, il Tar della Campania, in seguito al ricorso presentato dallo stesso de Magistris, ha deciso di inviare gli atti alla Corte Costituzionale per non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale degli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235 e ha sospeso l'efficacia del provvedimento fino alla Camera di Consiglio successiva alla decisione della Consulta.

Il ricorso di de Magistris era basato sulla questione di legittimità costituzionale circa la retroattività della causa di sospensione dalla carica. In pratica, poiché quando de Magistris è stato eletto sindaco di Napoli, nel 2011, la legge Severino non esisteva e una condanna in primo grado per abuso d’ufficio non impediva di diventare sindaco, a lui non potrebbe essere applicata questa legge.

Questa sospensione della sospensione, come era prevedibile, ha avuto echi anche al di fuori di Napoli perché ha messo in luce gli eccessi della Legge Severino, definita dai berlusconiani "mostruosa". Sempre a proposito dell'ex cavaliere, c'è chi ha ricordato che nel suo caso non fu presa in considerazione la retroattività. Anche se per Berlusconi la sentenza era definitiva.

Gioia e soddisfazione da parte del primo cittadino di Napoli e dei suoi fedelissimi. Malcontento da parte delle opposizioni e di buona parte del PD partenopeo che pensavano di tornare alle urne, magari in occasione delle elezioni regionali della primavera prossima.

Dal canto suo de Magistris ha assicurato che continuerà a fare il sindaco di strada: «In questo mese – ha detto – sono stato quasi esclusivamente per strada e questo mi ha molto rigenerato e rappresenterà una svolta nel mio modo di fare il sindaco nei prossimi mesi. Meglio stare tra la gente che a palazzo». Anche perché ha affermato di aver ricevuto dalla gente «affetto, amore e una solidarietà insperata dopo gli attacchi durissimi». Ha, poi, aggiunto che Napoli è «una città che non si piega e questa vicenda dimostrerà che noi andremo lontano, con passione, entusiasmo e rinnovata energia: oggi abbiamo ancora più responsabilità».

Non mancando, comunque, di esprimere il proprio disappunto per le ingiustizie subite e per la mancanza di solidarietà ricevuta dai rappresentanti delle altre istituzioni in questa "surreale situazione".

In concreto, cosa cambia per i cittadini di Napoli che in questo mese hanno subìto un'onda mediatica quasi inesauribile, con titoli sui giornali e in tv e che un giorno sì e uno no sono attanagliati da problemi economici e sociali? Per non parlare del traffico, dell'ordine pubblico, dello smaltimento dei rifiuti, ecc.

Forse qualcosa di buono ci sarà. Il sindaco reintegrato necessariamente deve dimostrare di essersi meritato di tornare al suo posto. Si parla già di cambi di poltrone e di rinnovo della squadra. L'opposizione deve tornare a fare il suo lavoro e, quindi, essere da pungolo perché chi è al governo di Napoli operi per il bene della città. Queste nuove dinamiche potrebbero far sì che, al di là delle sterili polemiche, si trovi il modo di lavorare assieme per cercare di risolvere i reali problemi della città e della gente. È questo, in fondo, che sta a cuore a tutti e che si aspettano i cittadini.

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