Dal giardino murato

Nella nuova collana “Terra e cielo” diretta da Laura Pisanello, le Edizioni Messaggero Padova hanno pubblicato l’ultimo romanzo di Luca Desiato Dal giardino murato, a cui è stato assegnato il prestigioso Premio Elba-Raffaele Brignetti 2002. Desiato, che ci ha dato alcuni bei romanzi storici, tra i quali Galileo mio padre, La notte dell’angelo, Giuliano l’apostata, già con il libro Tra la perduta gente si era tuffato nelle problematiche dell’uomo contemporaneo. Oggi prosegue la sua ricerca ponendo “il dialogo tra le culture” come protagonista del suo nuovo romanzo. La storia si svolge in un piccolo paese del reatino dal nome immaginario di Aporia, di solo cento abitanti, dove Matteo, un intellettuale laico, cerca rifugio comprando una casa antica e ristrutturandola. Ad alcuni chilometri di distanza, in Toscana, rinchiusa in un convento di clausura, vive una sua cugina, suor Ludovica, donna di grande cultura e sensibilità. Nel mentre progetta il restauro e prende contatto con gli abitanti di Aporia, Matteo pensa di scrivere a suor Ludovica: “Ho deciso di scriverle, d’impulso… Forse questa decisione la sorprenderà. Chi scrive lettere, oggi, suscita il sospetto di avere qualche scopo: spero che la madre superiora le dia il permesso di rispondere. Una corrispondenza che può entrare nella categoria delle cose fatte “a fin di bene”…”. Suor Ludovica risponde alla lettera del cugino ed inizia così, per circa un anno, una corrispondenza fitta, attraverso la quale emerge la dimensione religiosa della vita della suora e la ricerca di pace e di serenità di Matteo: “Le circostanze o, se vuole, il destino mi stanno portando a imitare la sua vita di silenzio. Il silenzio, in mezzo a tante faccende… È questo uno dei motivi, se non il maggiore, del progetto di restaurare una casa antica su uno sperone roccioso… Aporia rappresenta una promessa di silenzio. Questo desiderio di staccare la spina per un po’…” Le due visioni del mondo, quella laica e quella religiosa, si confrontano, si scontrano, per giungere infine pacificate ad una unità sostanziale: la verità non è da una parte ma nella comunione profonda delle diversità. Sarà allora questa unità ad accogliere le contraddizioni dell’uomo, le sue cadute, il suo smarrimento, la sua ricerca di felicità e dare loro un senso. Piano piano e con abilità letteraria, Desiato lascia emergere la vita del piccolo paese attraverso le storie dei suoi personaggi bizzarri e tormentati da una “mancanza”, ai quali i due protagonisti si accostano con umana pietà. Scrive nell’ultima lettera suor Ludovica: “La tua solitudine laica e la mia consacrata, lontani dalle cose ma implicati negli uomini. Incurvati ad ascoltare voci. Su questi fatti all’apparenza tristi una sola parola si può dire, ed è compassione. Forse oggi il vero volto di Dio”. Pagine terse, in bianco e nero, che, come i libri di Bernanos e certi film di Bresson, ci riportano nel cuore della vita.

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