Crisi di vocazioni e crisi di comunità (Evangelii Gaudium 107)

La chiamata di Dio nasce in mezzo a famiglie, uomini, donne,  in cui la vita del vangelo palpita. Il terreno su cui matura la donazione è quello che guarda fuori di sè e vive per gli altri
Religioso giovane

107 – Vocazioni

Come altrove anche su questo tema, papa Francesco punta il dito non tanto sul problema quanto sulla soluzione. La scarsità di vocazioni, sia al sacerdozio che alla vita consacrata, gli sta molto a cuore. Sposta quindi il baricentro della questione e chiama in causa la comunità cristiana nella sua interezza e nella sua sostanza. E fa un ragionamento lampante e, soprattutto, cristiano: è là dove c’è «vita, fervore, voglia di portare Cristo agli altri» che sorgono «vocazioni genuine». Da cui un richiamo “entusiasmante” alla corresponsabilità, o meglio alla coerenza.

È la comunità che genera vocazioni. Quando? Quando in essa palpita la vita del Vangelo. Quando per l’amore che i cristiani mantengono vivo gli uni verso gli altri, e viceversa, Gesù si fa presente nella comunità. Non sono le strategie, ma è Gesù che attrae e suscita nelle persone un «fervore apostolico contagioso». Francesco vede nella «vita fraterna e fervorosa» delle comunità la condizione del risveglio in coloro che, ascoltata la chiamata di Dio, si danno interamente a lui. Anche qui e anche ora il Papa presuppone il guardare fuori di sé, il vivere e pensare agli altri quale condizione di fecondità. Questo il terreno dove il seme matura, naturalmente. Questi i luoghi sociali dove, in certuni, può manifestarsi la vocazione, anche al sacerdozio.

Papa Francesco continua a disegnare una Chiesa vicina, fatta e sostenuta dai cristiani, costellata di comunità vive che se ne nutrono, ma anche la innervano di vita nuova: consacrazioni a Dio maturate in mezzo a una pluralità di vocazioni, tra uomini e donne di tutte le età; un’immersione che rende la relazione vitale, a cui, chi è chiamato, non potrà mai rinunciare pena lo snaturarsi della vocazione stessa, seppure rinunciando al rapporto sponsale; un’immersione garanzia di umanità e di equilibrio anche affettivo e di uguaglianza fraterna.

E alla comunità che prega con insistenza per le vocazioni Francesco riconosce l’efficacia. Una preghiera da rivalutare, da sostanziare di fiducia, amore e concordia. Il papa si spinge oltre, invita a superare un naturale pudore e a tirar fuori «il coraggio di proporre ai suoi giovani un cammino di speciale consacrazione». Chiede di esplicitarne la nobiltà e la bellezza, il che presuppone fiducia, conoscenza, stima.

C’è perciò una scommessa culturale che la comunità cristiana è invitata ad affrontare giacché, se tra i ragazzi è spesso tabù la pratica religiosa, immaginarsi una vocazione! La sfida appare non soltanto quella di mettere in circolo l’amore scambievole in seno alla comunità, ma quella di comunicare in modo propositivo e creativo che Gesù è un modello vincente, che ha da dire e da fare qualcosa oggi attraverso di noi.

Victoria Gómez

Resp. Servizio informazioni Focolari Italia

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