Crisi di credibilità della classe politica

Una recente ricerca rivela una profonda crisi di credibilità della classe politica del Paese. L'opinione pubblica si sente tradita sia dalla destra che dalla sinistra. La maggioranza preferisce un governo d'intesa nazionale piuttosto che nuove elezioni.
Tsipras

Una ricerca dell’agenzia ProRata commissionata dal Giornale dei redattori rivela una profonda crisi di credibilità della classe politica del Paese; alla domanda di chi, fra Tsipras e Mitsotakis, favorisca la partitocrazia e serva interessi particolari, la maggioranza ha risposto «tutti e due». Inoltre, alla domanda di chi, fra destra e sinistra, sia responsabile dell’attuale situazione del Paese, la maggioranza ha risposto ancora una volta «tutti e due». Secondo un altro interessante risultato emerso dalla ricerca, la maggioranza preferisce un governo d’intesa nazionale piuttosto che nuove elezioni.

In effetti, la ricerca semplicemente conferma cose già conosciute. L’opinione pubblica si sente tradita sia dalla destra, in passato, che ora dalla sinistra. Nello stesso tempo sta realizzando che i problemi sono così seri e la crisi talmente profonda che un partito da solo non può farcela. Inoltre, la crisi di credibilità dilaga anche tra le forze politiche, nel senso che i capi dei partiti non si fidano del premier. Tsipras non li convince che crede veramente sull’Intesa nazionale anche se l’invoca abbastanza spesso e, d'altra parte, il premier, mentre si riferisce alla neccessità di un'Intesa nazionale, dichiara che può governare da solo con la sua fragile maggioranza perché il popolo ha votato due volte a suo favore. Ovviamente ognuno percepisce l’Intesa nazionale a modo suo. Sembra che nessuno capisca che l’Intesa nazionale è un affare molto serio e non uno strumento per tattiche politiche e manipolazioni comunicative, e che non si tratta del totale o parziale fallimento di un politico o di un partito, ma della totale catastrofe di un Paese e delle generazioni future.

Intanto l'emergenza migratoria, con l’afflusso di migliaia di persone ogni giorno diventa sempre più profonda creando una situazione esplosiva. Le ondate di profughi continuano e la situazione a Idomeni e nel porto del Pireo è fuori controllo. A Idomeni per il momento non ci sono scontri con la polizia della F.Y.R.O.M (ex Repubblica jugoslava di Macedonia), però è possibile che la gente tenti di nuovo di abbattere le recinzioni. Il fatto è che ci sono ormai novemila persone a pochi chilometri da un villaggio di cento abitanti. Il porto del Pireo sta diventando il porto della solidarietà, dove la gente offre tutto quello che può. Su quasi tutti i giornali online c’è un appello urgente per la ricerca di latte e medicine, specialmente medicine per infezioni della pelle e degli occhi e di antibiotici. La situazione a piazza Victoria è ugualmente critica a causa delle condizioni precarie d’igiene. La situazione è simile in quasi tutte le regioni del Paese.
La gente fà del suo meglio ma commenta pure che ci sono anche greci senza tetto, cibo e medicine, e che negli ospedali c’è una mancanza cronica di materiale che ora si aggrava. Le disdette per le vacanze nelle isole aumentano. Anche a Idra, l’isola più cosmopolita del Golfo Saronico, dove non ci sono profughi e migranti, c'è un trenta per cento di disdette nelle prenotazioni. Non si sa se sia psicologia di massa, paura dell’instabilità politica o altro, ma in ogni caso la situazione è estremamente critica. 

Per quanto riguarda la presenza della Nato nel Mar Egeo non ci si aspetta di vedere grandi risultati visto che la sua funzione sarà solo di monitoraggio. L’opinione pubblica e l’opposizione sono divise sulla sua presenza e sulla sua missione nell'Egeo. Alcuni tendono a sopravvalutarla, altri a sottovalutarla, altri ancora pensano che la Turchia troverà il modo di approfittare della presenza della Nato per avanzare le proprie pretese contro la Grecia, cosa che la Turchia non nasconde; altri, più diffidenti e sospettosi pensano che la presenza della Nato non sia finalizzata a fronteggiare la crescente emergenza migratoria ma ad aumentare la sorveglianza dell’alleanza lungo la frontiera tra Turchia e Siria, con i mezzi navali già inviati nell’Egeo e con altri già dispiegati per il pacchetto di misure di rassicurazione fornite allaTurchia a dicembre. Il problema dei profughi e dei migranti sarà discuso al consiglio che ha convocato il presidente della Repubblica con i capi dei partiti venerdì prossimo. Si spera di arrivare ad un accordo almeno su questo.

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