Cooperazione, non competizione

Questo il tema al centro della giornata mondiale dell'acqua, proclamata dall'Onu per il 22 marzo. Iniziativa centrale è la raccolta firme per l'Iniziativa dei Cittadini Europei, mirata a proporre alla Commissione una normativa che vincoli gli Stati membri a tutelare l'acqua come diritto umano
Bambina indiana porta l'acqua

Nel dicembre 2010 l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha dichiarato il 2013 Anno internazionale per la cooperazione sull'acqua, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gestione delle risorse idriche in senso ampio – dalla cooperazione transfrontaliera allo scambio di conoscenze e buone pratiche, alla gestione partecipata – e alla cooperazione è dedicata anche la giornata mondiale dell'acqua, che si tiene il 22 marzo.

In Italia il tema della gestione delle risorse idriche si è imposto all'attenzione dell'opinione pubblica soprattutto in occasione del referendum sulla privatizzazione, in cui 27 milioni di persone si sono espresse a favore della gestione pubblica degli acquedotti; ma il tema ha respiro ben più ampio, tanto che sono numerose le iniziative in campo anche a livello europeo.

Tra queste l'Iniziativa dei cittadini europei (Ice) volta a proporre alla Commissione europea una normativa che imponga ai governi di garantire l'acqua potabile a tutti i cittadini, tutelandola in quanto diritto umano e sottraendola a logiche di mercato e liberalizzazioni: il milione di firme necessario per avanzarla è stato superato, ma la quota minima di 54.750 fissata per l'Italia non è ancora stata raggiunta. Per questo una serie di soggetti della società civile, sotto l'egida del Forum italiano dei movimenti per l'acqua e della Cgil funzione pubblica, ha promosso nelle giornate dal 22 al 24 marzo il weekend nazionale di raccolta firme. Dal sito www.acquapubblica.eu è possibile scaricare il modulo per firmare e far firmare, oppure apporre la propria sottoscrizione direttamente online.

Una seconda Ice prenderà poi avvio a fine 2013, allo scopo di intervenire direttamente sulla direttiva quadro comunitaria che – pur definendo l'acqua una merce “non come le altre” – la assoggetta al principio della determinazione di un prezzo di mercato basato sul recupero totale dei costi sostenuti dall'investitore: la proposta delle associazioni è che i governi si facciano carico almeno della quota minima necessaria a ciascuno per le necessità alimentari e sanitarie, stimata in 50 litri al giorno. A titolo informativo, ne consumiamo mediamente più di 200.

Il weekend di mobilitazione è stato lanciato nel contesto del Forum europeo dei giovani per l'acqua, il cui incontro preparatorio per la delegazione italiana – 15 giovani da tutto lo Stivale – si è tenuto il 21 marzo a Udine: una giornata di formazione con esperti, confronto ed elaborazione di proposte concrete in vista della fase internazionale che si terrà dall'11 al 14 maggio a Padova, in cui 80 giovani incontreranno europarlamentari, rappresentanti della Commissione europea, dei ministeri dell'ambiente e dei parlamenti nazionali. L'obiettivo è quello di dar modo ai giovani di partecipare concretamente alla determinazione delle politiche europee sull'acqua e alla definizione degli strumenti di intervento. Il soggetto promotore per l'Italia è il Cevi di Udine, sul cui sito sono disponibili tutte le informazioni in merito.

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