Con gli occhi della natura

Viaggio per comprendere perché il fuoco viene annoverato tra i quattro elementi naturali.

Speriamo che quest’anno il fuoco non divampi nei nostri boschi. È quello che tutti ci auguriamo nel periodo estivo, abituati come siamo, purtroppo, a vederne gli effetti devastanti nel nostro come in altri Paesi dove piromani senza scrupoli, il più delle volte, provocano danni irreversibili. Al di là di questo specifico discorso, proviamo però a vedere il compito che il fuoco ha negli equilibri naturali, dove s’inserisce nei più ampi orizzonti del ciclo della vegetazione, della composizione e della  ricchezza delle specie e persino del controllo di incendi violenti.

 

Questo misterioso elemento, che è stato persino adorato, nasconde molteplici segreti; tra tutti la funzione attribuita dagli ecologi è forse quella che stupisce di più. Al fuoco, infatti, l’ecologia attribuisce “proprietà determinanti” nel regolare il ciclo vitale di molti esseri viventi, quasi al pari di altri elementi come l’acqua e la terra. Per alcune piante, ad esempio, il fuoco regola processi rigenerativi o produttivi. Ne sono un esempio due specie del genere cistus, cistus monspeliensis e cistus incanus, che sono ampiamente rappresentate nella macchia mediterranea e che presentano un incremento progressivo della germinazione con l’aumentare della temperatura fin oltre i 160° C. Paradossalmente è l’alta temperatura che interrompe la dormienza dei semi di queste specie favorendone la germinazione.

 

Altre specie, poi, hanno adottato meccanismi di difesa nei confronti della perturbazione prodotta dal fuoco, ad esempio producendo una corteccia resistente ad alta temperatura come nel caso del sughero (quercus suber). Ancora, il fuoco provoca la combustione della sostanza organica presente sul terreno favorendo la liberazione di nutrienti che saranno disponibili per nuove specie colonizzatrici che seguiranno il passaggio dell’incendio.

 

Tutto ciò ci fa capire che basterebbe non forzare la natura perché i suoi vari elementi possano svolgere il compito per il quale sono stati creati.

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