Chiamparino, Crosetto e il Movimento 5 Stelle

Si scalda la campagna elettorale per le elezioni regionali di maggio in Piemonte, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato nulla l'elezione di Cota
Sergio Chiamparino

Il possibile scenario per le possibili elezioni regionali di primavera potrebbe essere questo: per il centrosinistra potrebbe candidarsi l’ex sindaco della Torino delle Olimpiadi invernali del 2006, Sergio Chiamparino, contro il cuneese Guido Crosetto del centrodestra, e Davide Bono per il Movimento 5 Stelle. Mentre a Roma si consuma l’avvicendamento al governo tra Letta e Renzi, in Piemonte, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, si scaldano i motori per la campagna elettorale.

Per questo l’ex sindaco del capoluogo ha lasciato anzitempo la guida della Compagnia San Paolo, una delle più grandi fondazioni bancarie europee, perché «di nuovo la politica mi chiama», ha scritto al Cda. Che il candidato del centrosinistra sia Chiamparino ormai non c’è dubbio. Ma di quale centrosinistra? L’ex sindaco è chiaro: è disponibile, vuole un governo forte che vada da Rifondazione e Sel (ma ha già dichiarato che nella sua coalizione non accetterà chi è contro la Tav) all’Udc, i Popolari per l’Italia e i Moderati, con il Pd, ma anche con una sua lista, quella degli amministratori e sindaci che non si riconoscono in nessun partito, ma che fanno riferimento a liste civiche forti sul territorio. Chiamparino però ora se la deve vedere con la sinistra che chiede le primarie perché la candidatura sia davvero di tutti. Rifondazione chiude le porte mentre l’ex Fiom, oggi parlamentare di Sel, Giorgio Airaudo, si propone di partecipare alle primarie. Chiamparino non rifugge dalla proposta, ma intanto è al lavoro per formare le liste, prima fra tutte quella civica degli amministratori.

Dall’altra parte potrebbe esserci il cuneese Guido Crosetto, democristiano prima, poi diventato uno dei fedelissimi di Forza Italia e del Pdl, ora allontanatosi dando vita ai Fratelli d’Italia. Crosetto, sollecitato da più parti, ha però dichiarato di poter accettare la sfida solo se riuscirà a compattare il centrodestra piemontese. Il che significa non solo riunire in un unico patto elettorale Forza Italia, il Nuovo Centrodestra di Costa, i Fratelli d’Italia e le varie formazioni che dal partito di Berlusconi sono nate – dalla nuova An a Progett’Azione, il gruppo che ha spaccato il Pdl anche in Consiglio regionale – ma anche Lega Nord e al centro i Moderati di Portas, l’Udc e le due anime di Scelta Civica, quella montiana e quella dei Popolari per l’Italia.

Udc, Moderati ed ex montiani sono le forze di centro che i due schieramenti stanno cercando di tirare a sé, con un vantaggio da parte di Chiamparino, che con i Moderati ha già governato Torino e che vuole una lista civica sul modello delle amministrative, dove in molti casi Udc e Popolari governano con il centrosinistra.

Le primarie sono la parola d’ordine anche nel centrodestra, almeno in parte. Sono i Fratelli d’Italia di Crosetto e Agostino Ghiglia e il Nuovo Centrodestra di Enrico Costa ed Enzo Ghigo a chiedere con forza che il candidato sia scelto proprio con le primarie. Gli alfaniani smentiscono di una possibile intesa con Chiamparino sul modello delle larghe intese romane, e invece rilanciano con Costa la scelta delle primarie. Anche se, sia per il Ncd che per i Fratelli d’Italia, il candidato ideale è e rimane Crosetto. Sull’ex sottosegretario alla Difesa potrebbero anche convergere Forza Italia e Lega Nord.

Il Movimento 5 Stelle si sta organizzando per scegliere il suo candidato, aprendo le sue consultazioni online tra gli iscritti tra una lista di 40 nomi. Favorito su tutti rimane l’attuale e unico consigliere regionale (dopo la cacciata del cuneese Fabrizio Biolè), al suo primo mandato, Davide Bono, ma in molti spingono per un candidato No Tav della Val Susa, che potrebbe attirare molti dei voti, anche quelli storici della sinistra, visto che Chiamparino ha da sempre, e lo ha ribadito, sostenuto l’alta velocità.

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