Che domenica, ragazzi!

Milano tra Giro d'Italia, ballottaggi e Coppa Italia: cronaca semiseria di una giornata in cui è difficile far stare tutto...
giro d'Italia

Domenica 29 maggio2011: che domenica! Si vota per eleggere il nuovo sindaco di Milano, arriva il giro d’Italia e si conclude sotto la Madonnina. C’è Inter – Palermo. E la Ferrari corre sul circuito d’oltralpe, appena fuori dal confine. Basta, bisogna fare un po’ d’ordine! Lo impone l’agenda di questa giornata e anche il buon senso, per poter “spalmare” il programma in modo che ci stia tutto. E anche l’imprevisto, non si sa mai.

 

Dunque si comincia. Giornata tersa e aria frizzante, si va al seggio. No, meglio una puntatina sul Resegone, una scarpinata ci sta tutta per scaricare la tensione di una settimana che non è stata per nulla riposante. Pane, burro di malga e salame. Ah, si comincia davvero bene. Uno sguardo alle lingue di neve rimaste nei canaloni, un sorso d’acqua di sorgente, e lo sguardo che a 360 gradi regala panorami mozzafiato su Alpi, prealpi e laghi.

 

Ma arriva il Giro: rapida discesa, seguita da slalom tra strade bloccate e divieti. Milano oggi è così: allora la traversa in contromano me la concedo, perché in fondo c’è sicuramente un pezzo di parcheggio. No, sorpresa! Ci sono i vigili che con grande aplomb mi lasciano una ricevuta con invito a recarmi in un vicino ufficio postale. Non ho tempo, mi spiace: scatta la tappa conclusiva del Giro d’Italia 2011, che si fa ancora più interessante per la concomitanza con le elezioni comunali, che faranno sì che molti cittadini decidano di rimanere in città per votare e farsi "un giro". La cronometro individuale di 31,5 km alle 13 al Castello Sfozesco; poi via Dante di corsa per vedere anche il traguardo sotto la Madonnina. Un percorso intrigante verso la nuova Fiera di Milano che nel 2015 ospiterà l’Expo. Viale Papiniano, Porta Ticinese, e tutti i bastioni per giungere in Corso Venezia e l’arrivo prestigiosissimo in Piazza Duomo. Dove l’applauso è tutto per il trionfo di Contador, Scarponi che arriva secondo davanti a Nibali.

 

Nel frattempo, da non dimenticare: le cronache ci informano che il ministro La Russa si è recato al seggio con la sua Cinquecento, Formigoni invece aveva camicia a fiori e pantaloni viola. Meno male, queste notizie ravvivano un po’ il momento di stallo del pomeriggio a cronometro. Già i dati dicono che è al 53,20 per cento l’affluenza al termine del primo giorno di votazioni. Sono le 19: oddio, in questa cifra io non ci sono ancora, se non voto oggi domani non ce la faccio. Ma è tempo di cena. Momento conviviale da passare insieme. Allora vabbè, davanti al piatto caldo mi informano che Vettel ha vinto a Monaco davanti ad Alonso: meno male anche questa è sistemata.

 

Esco di casa e prendo la direzione del seggio elettorale numero 2158 della città di Milano con un groppo in gola: di Palermo – Inter che ne sarà? Non posso distrarmi, devo fare la crocetta sul nome di chi voglio sia il mio futuro sindaco. Ma scopro che l’operazione è poco impegnativa, se non è l’uno è l’altro. Ok, la croce sul nome mi riesce pure bene. Piego soddisfatto la scheda e la infilo nell’urna mentre l’Inter si riconferma campione e vince la settima Coppa Italia della sua storia, battendo per 3-1 il Palermo. È fatta. Che domenica, ragazzi! Coraggio Icio, quest’anno niente scudetto, ma una coppa Italia è meglio di niente. O no?

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