Cercasi politiche per minori

«Le ricorrenze devono essere motori per progetti che uniscono, per dare a chi non ha voce, soprattutto i piccoli». Tre domande all’assessore per le politiche giovanili di Roma, Gianluigi De Palo
Bambini palestinesi

Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale della Nazioni Unite, a New York, approvò la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, un documento di 54 articoli e due protocolli, che l’Italia sottoscrisse il 27 maggio 1991, 20 anni fa. La coincidenza vuole che i credenti, alla Messa domenicale, giorno coincidente con la celebrazione della Giornata, leggano un passo del Vangelo che, alla fine annunzia senza troppi indugi: «ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me» Quando si dice coincidenza!

 

Certo sono passati 2011 anni da quella dichiarazione evangelica e appena 22 dalla Convenzione, ma la cultura dei diritti dell’infanzia è molto in ritardo anche a casa nostra: senza i colori dell’infanzia sembra di vivere un eterno autunno! Si è molto lavorato su importanti strumenti di contrasto ad abusi, violenze, sfruttamento, fame, ma anche nel tutelare la vita quotidiana: le politiche per la famiglia, il gioco, l’istruzione, gli spazi verdi.

Abbiamo chiesto a Gianluigi de Palo, assessore alla famiglia, all’educazione, ai giovani per la città di Roma un commento su questa giornata ma soprattutto sulle responsabilità della politica verso i minori.

 

«Sono fortemente convinto che le istituzioni nazionali e locali abbiano il dovere di difendere la famiglia e i figli, unica vera ‘materia prima’ di cui dispone il nostro Paese, dal rischio di estinzione, esito ineluttabile se non si interviene urgentemente con politiche di sostegno e di rimodulazione dei sistemi di welfare locali e nazionali».

 

Ma la materia prima, sia per le azioni politiche che per i finanziamenti scarseggia…

«Credo sia giunto il momento di investire con convinzione nella famiglia e nei bambini, per favorire la natalità: la crisi economica, infatti, secondo i dati pubblicati in queste ore, rischia di pesare soprattutto sui minori, in assenza di misure specifiche di tutela. Dal 2008 ad oggi, in Italia, sono proprio le famiglie con minori ad aver pagato il prezzo più alto della grande crisi mondiale: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con un minore è aumentata dell’1,8% e tre volte tanto (5,7%) quella di chi ha 2 o più figli».

 

Ha senso, allora celebrare una giornata dell’infanzia?

«La ricorrenza deve rappresentare soprattutto l’occasione per riflettere su quanto, ed è tanto, ancora resta da fare e per esortare tutti noi ad un forte senso di responsabilità affinché venga data risposta ai problemi di chi non ha voce per chiedere. Non sono pochi, infatti, anche nella nostra città, i minori che vivono situazioni di disagio e di povertà. Solamente rompendo gli schemi ideologici e lavorando tutti insieme per il bene comune riusciremo a trovare risposte adeguate e concrete per trasformare le nostre città in spazi a misura di bambino».

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