Caritas Internationalis: lavorare per la casa comune

Papa Francesco ha aperto ufficialmente la XXI Assemblea generale della Caritas Internationalis, che si riunisce a Roma per riflettere sul tema “Una famiglia umana, una sola Casa Comune”.

Una Chiesa in cammino non teme «gli scossoni della vita». Segue, invece, il programma di vita del Vangelo, fugge «la tentazione dell’efficientismo, del pensare che la Chiesa va bene se ha tutto sotto controllo, se vive senza scossoni, con l’agenda sempre in ordine, tutto regolato…», non deve essere «un modellino perfetto, che si compiace della propria organizzazione». Con queste parole, pronunciate nel corso della S. Messa nella Basilica di S. Pietro, papa Francesco ha aperto ufficialmente la XXI Assemblea generale della Caritas Internationalis, che si riunisce a Roma per riflettere sul temaUna famiglia umana, una sola Casa Comune”.

Per sentirsi veramente comunità, sono tre gli elementi fondanti: l’umiltà dell’ascolto, il carisma dell’insieme, il coraggio della rinuncia. «È lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi», ha detto il papa spiegando che, «per chi vuole percorrere le vie della carità, l’umiltà e l’ascolto significano orecchio teso ai piccoli». Così facevano i primi cristiani, ma al giorno d’oggi “chi ha più mezzi parla di più”. Bisogna, quindi, tornare ad ascoltare la voce dei piccoli e degli ultimi, perché è attraverso di essi che Dio si rivela. Dall’umiltà dell’ascolto e dal coraggio della rinuncia a se stessi, ai propri attaccamenti, germoglia l’unità, pur nella varietà dei carismi, nasce il desiderio di camminare insieme e insieme rispondere alle istanze del mondo di oggi.

Animati da questo desiderio, i partecipanti all’Assemblea generale della Caritas Internationalis, sono giunti a Roma da ogni parte del mondo. I lavori della plenaria sono stati presentati presso la Sala Stampa vaticana dal Card. Tagle, presidente di Caritas Internationalis; dal Dott. Michel Roy, Segretario Generale di Caritas Internationalis e dalla Dott.ssa María José Alexander, Executive Director di Caritas Somalia.

Una delle novità dell’Assemblea – che quest’anno ha raggiunto una cifra record di partecipanti con 450 persone provenienti dalla rete di 164 organizzazioni nazionali – è il forum dedicato ai giovani e quello dedicato alle donne. «Non si può fare un discorso adeguato sull’umanità – ha spiegato il cardinale Tagle – senza il riconoscimento della dignità delle donne e del ruolo dei giovani nella vita della Chiesa e nella cura della nostra casa comune, vista la situazione d’emergenza a livello ambientale».

A quattro anni dall’enciclica Laudato si’, l’accento sarà posto sui poveri e sul tema ecologico. «La moltitudine di persone sfollate, il propagarsi dei conflitti e delle catastrofi naturali che diventano sempre più evidenti, tutto ciò minaccia di sopraffarci, a meno che non si agisca insieme e con urgenza contro questi problemi, come una sola famiglia che ha una sola casa», ha detto il presidente di Caritas Internationalis. «Una sola famiglia umana, una casa comune. Questo non è solo un argomento o un slogan, ma è un’affermazione di un’esperienza viva della Caritas. Un’affermazione del magistero e della Dottrina sociale della Chiesa. Ma soprattutto è un tema vivo che noi dobbiamo approfondire e vivere».

«Siamo in una sola famiglia umana, condividiamo la stessa umanità – ha detto il cardinale – e quando condividiamo il viaggio scopriamo che abbiamo gli stessi sogni, gli stessi desideri per un futuro per i nostri ragazzi, per un mondo più giusto». Essere responsabili degli altri, nostri fratelli, vuol dire anche essere responsabili della casa comune: «Papa Francesco, nella Laudato si’ ha insistito sull’ecologia integrale, ecologia umana, responsabilità per il prossimo e l’ecologia ambientale, la responsabilità per la casa, non l’una contro l’altra, ma insieme, integrale. Questa è la strada che percorre la Caritas internationalis».

Il Dott. Roy ha poi messo in luce l’urgenza di cambiare modello di sviluppo: «Oggi la sfida maggiore è sopravvivenza della nostra umanità e dobbiamo cambiare il modello di sviluppo. Sul campo noi già lo facciamo ma non ci sono ripercussioni nella politica». Ha anche sottolineato l’altra forte istanza, quella di mettere i poveri al centro, essere dei poveri e con i poveri, che sono parte di noi.

La giovane direttrice di Caritas Somalia, Maria José Alexander ha messo in risalto il ruolo dei giovani in Caritas, che costituiscono la maggior parte dei volontari, e l’importanza di riconoscerne il lavoro e il valore. «La mia generazione – ha detto – ha come caratteristica la passione del servizio, vuole farne la propria professione. Stiamo creando soluzioni innovative soprattutto in campo ambientale ed è importante che le altre generazioni lo riconoscano e noi possiamo imparare dai non-giovani». Invitando a «portare la presenza femminile e giovanile in uno spazio di leadership», ha detto: «È un momento storico. Bisogna includere donne e giovani, anche per la loro concretezza e la capacità di adattarsi ai nuovi contesti».

Al termine della conferenza stampa è stato presentato «Il futuro è fatto di NOI, condividiamo il viaggio», un collage interattivo alto tre metri, realizzato dall’artista romano Stefano Maria Girardi nell’ambito della Campagna mondiale «Share the journey – Condividiamo il viaggio». L’opera d’arte rappresenta una giovane collaboratrice di Caritas Bangladesh il cui volto è composto da foto di migranti e di rifugiati, leader e persone associate alle migrazioni. Anche il cardinale Tagle ha incollato una foto di suo nonno materno, nato in Cina, immigrato nelle Filippine, ricordando che apparteniamo ad una stessa umanità, che «siamo insieme, non solo nel viaggio, ma ogni persona è una sintesi dell’umanità e della creazione».

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