Carismi e trasformazione della società

Il precetto dell’amore cristiano, principio di rinnovamento nei primi secoli.
affreschi

Sarebbe appassionante verificare come i carismi nella Chiesa hanno influito nella società, dando una risposta ai problemi di un dato periodo. Tenterò di farlo, necessariamente per sommi capi. Anzitutto bisogna dire che nei primi tre secoli non si manifesta un carisma specifico, ad esempio per la famiglia o la schiavitù: poiché i seguaci di Cristo sono integrati nel sistema socio‑politico dell’Impero romano, professando obbedienza all’imperatore, è necessario prima un rinnovamento generale per il quale occorre del tempo.

 

In questo periodo, alcune sette propugnano la povertà assoluta, il non uso del matrimonio e il divieto di mangiare carne, suscitando le reazioni dell’autorità ecclesiastica che afferma invece la positività della vita matrimoniale, dei beni della terra, dei cibi. Anche in seguito, ripetendosi analoghe deviazioni, la Chiesa sarà costretta a intervenire.

Si legge infatti nei Canones apostolorum del V secolo: «Se qualcuno che è vescovo o presbitero o diacono o qualsiasi cosa nel numero dei chierici si astiene dalle nozze, dalle carni e dal vino non per un’ascesi ma perché detesta queste cose, e si è dimenticato che tutte queste cose sono molto buone, che Dio fece l’uomo e la donna, ma bestemmiando accusa la creazione, venga corretto o deposto o cacciato dalla Chiesa. Similmente anche se è laico».

 

Nella famiglia romana unica autorità è quella del pater familias, che l’esercita sulla moglie e sulla prole, nonché sugli schiavi e sui loro figli. Ora i cristiani del tempo non mettono in dubbio questa struttura sociale basata sull’autorità del pater familias e sul rapporto padrone-schiavo. Recita così un canone del 340: «Se qualcuno insegna che lo schiavo, col pretesto della pietà, deve disprezzare il padrone o recedere dal servirlo e non trattarlo con onore e benevolenza, sia anatema». Bisogna però dire che già nell’anno 305 un papa aveva minacciato la scomunica ai padroni che uccidono i propri schiavi. Intanto il precetto di amare il prossimo fa sì che sia tra i membri della famiglia, sia nel rapporto tra padrone e schiavo, qualcosa incominci a cambiare. È una rivoluzione ancora non pienamente sviluppata nella coscienza dei cristiani, ma che a poco a poco trasforma la società dalle fondamenta.

 

(continua)

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