Cara Europa, ti scrivo…

Alla vigilia delle elezioni europee, proponiamo una riflessione da un punto di vista diverso. In anteprima alcuni stralci di un articolo pubblicato sul sito dell'Amu
Bandiera dell'Unione europea

Abbiamo chiesto agli amici e compagni di avventura dei nostri progetti nel mondo cosa pensano dell’Europa, cosa vorrebbero dire e proporre ai suoi cittadini ed alle istituzioni europee. Abbiamo provato a sintetizzare le risposte in queste brevi righe…

Priorità assoluta: la formazione

Il tema della povertà e dell’esclusione tocca trasversalmente tutte le risposte che abbiamo ricevuto, con proposte e strategie che riflettono la diversità degli interlocutori, ma che seguono un filo conduttore comune: la priorità assoluta data all’educazione e alla formazione come fattori critici dai quali non si può prescindere se davvero s’intende pervenire a forme di cambiamento effettive, durature e sostenibili. Gli amici del Brasile aggiungono anche come elemento fondamentale la formazione integrale della persona umana come essere solidale integrato nella propria comunità. Ben altro discorso rispetto alla primazia dell’individuo e dei suoi diritti, a prescindere da quanto questi abbiano poi impatti sul resto della società.

Ne consegue la necessità di poter dedicare sufficienti risorse a progetti per la formazione e l’educazione e dato che tali progetti, per essere veramente efficaci, richiedono competenze qualificate, che talvolta superano i limiti dei costi di personale stabiliti dai finanziatori internazionali, ecco una prima proposta concreta per migliorare i progetti di cooperazione internazionale: non solo non mettere limiti quando si tratta di selezionare personale preparato professionalmente e motivato per i programmi educativi, ma sostanzialmente rovesciare le priorità dove progetti di tipo assistenziale o di emergenza prevalgono su quelli di tipo formativo e di emancipazione. (…)

Diritti umani: non tutti sono promossi

Altro tema caldo è quello della difesa e promozione dei diritti, legato alla partecipazione politica per formare nuove generazioni di governanti e imprenditori capaci di promuovere la solidarietà e il bene comune. I nostri interlocutori chiedono con forza che i finanziatori superino la visione assistenziale che condiziona le priorità assegnate nei programmi di cooperazione. Effettivamente il tema dei diritti è già entrato nella programmazione e nelle priorità della Commissione Europea, ma si tratta di allargare tali programmi su un orizzonte che abbracci e promuova la dignità e la garanzia dei diritti di ciascuna comunità.

Sul tema dei diritti, dai nostri amici africani arriva una richiesta specifica (che peraltro abbiamo avuto modo di raccogliere di persona nei vari viaggi ed incontri in tanti Paesi africani): «Apprezziamo molto i valori europei: i valori fondamentali della democrazia (giustizia, libertà, eguaglianza, fraternità), il buon governo, la gestione delle attività vincolata ai risultati… in breve tutti quei valori che possono rendere la società migliore e più vivibile per tutti. Al contrario, l’applicazione di talune pratiche relative alla famiglia e al diritto alla vita, che spesso ci sono imposte come condizione per poter accedere agli aiuti esterni, ci fa soffrire perché indeboliscono i valori delle nostre culture e rischiano di contrastarne lo sviluppo. Infatti le nostre culture sono imperniate sulla famiglia e  sulla procreazione come i più grandi valori e ricchezze che possano esistere al mondo. Sotto questo aspetto la condizionalità degli aiuti esterni tesa ad incidere sulle nostre sensibilità culturali deve essere decisamente migliorata». (continua…)

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