Campi Flegrei, si attendono nuove scosse, ma le vie di fuga?

In caso di allarme, gli abitanti dei Campi Flegrei dovrebbero lasciare la zona in 72 ore, ma le vie di fuga sembrano inadatte. Intanto continuano le scosse e già decine di famiglie sono state evacuate. Molte altre non chiedono aiuto per non lasciare le proprie case. Il sindaco di Napoli Manfredi ipotizza nuove scosse, entro i 5 gradi.
La tendopoli sul lungomare di Pozzuoli allestita in seguito allo sciame sismico di questi giorni, 21 maggio 2024. ANSA/CESARE ABBATE.

Non si arresta lo sciame sismico nei Campi Flegrei, a Pozzuoli e nei comuni limitrofi, Bacoli e Monte di Procida, nonché nelle Municipalità IX e X del Comune di Napoli: si tratta del più forte degli ultimi 40 anni. La sera di lunedì 20 maggio sono avvenute 150 scosse telluriche. La prima scossa più intensa, di magnitudo 3.5, è stata registrata alle 19:51. Ma quella più forte è stata registrata alle 20:10 ed è stata di magnitudo 4.4. L’epicentro è stato registrato nell’area vulcanica della Solfatara. In pochi minuti migliaia di cittadini si sono riversati nelle strade, si sono messi in auto per lasciare la zona o per trascorrervi la notte.

Quella dei Campi Flegrei è la più grande caldera urbanizzata attiva nel cuore del continente europeo, dove il fenomeno del bradisismo – termine introdotto da Arturo Issel nel 1883 combinando le parole greche lento (βραδ) e movimento (σεισμ), ma osservato fin dall’antichità -, comporta il graduale innalzamento e abbassamento del livello del suolo a causa dell’attività vulcanica sotterranea. L’innalzamento, nell’ultimo anno, di circa due centimetri al mese, sta avvenendo sempre più velocemente, provocando piccoli terremoti: l’ultimo questa mattina, di magnitudo 3.6.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è subito intervenuto per tranquillizzare l’opinione pubblica, dato che la caldera dei Campi Flegrei è monitorata da un sistema continuo che considera molti parametri che, al momento, non mostrano evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanica. Il sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, come accade sempre in occasione di scosse di terremoto particolarmente forti, ha mandato un messaggio vocale a tutti i numeri fissi della sua zona per tranquillizzare i cittadini e annunciare gli interventi in atto.

Questa volta, però, decine di edifici hanno subito dei danni, mentre alcuni cornicioni lesionati sono finiti in strada. Sgomberato il carcere femminile di Pozzuoli, da dove sono state evacuate le 140 detenute. Sgomberati pure 37 edifici nell’area di Pozzuoli ed evacuate 46 famiglie. Questi, almeno, i dati ufficiali, perché vi sono anche abitanti della zona che non hanno comunicato le lesioni avvenute nei loro immobili per la paura di essere costretti a lasciare casa: si tratta soprattutto di residenti negli edifici più vecchi. Tende sono state montate a Pozzuoli, mentre si stanno stoccando in altre aree suppellettili di emergenza. Anche a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, nei prossimi giorni, verrà allestito un luogo di accoglienza per 200 persone.

La forte scossa di lunedì sera, in piccolo, ha palesato quello che potrebbe accadere in caso di un’evacuazione: migliaia di cittadini riversati nelle strade intasate che impiegano ore per percorrere pochi chilometri. Il piano di evacuazione dei Campi Flegrei mostra così il suo punto debole, le vie di fuga che sembrano inadeguate a spostare una massa di popolazione così ampia in poco tempo.

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi tiene una conferenza, con l’ausilio di una mappa della zona interessata allo sciame sismico , dopo le violente scosse registrate lunedì 20 maggio a Pozzuoli e nella zona dei Campi Flegrei. ANSA/ CIRO FUSCO.

Eppure, in caso di allarme, gli abitanti flegrei dovrebbero lasciare la zona in 72 ore. Nello specifico, nelle prime 24 ore sarebbero predisposte misure per il traffico e i cittadini sarebbero invitati a prepararsi al trasferimento. Entro 48 ore dall’allarme devono iniziare le partenze da tutti i Comuni interessati, mentre altre 12 ore sono previste per la gestione di eventuali criticità. È quando contempla la cosiddetta legge Campi Flegrei (legge 183 del 7 dicembre 2023), che prevede fondi per oltre 52 milioni di euro, di cui 37 tratti da risorse per il rischio sismico ed i restanti 15 assegnati con un nuovo capitolo di bilancio alla protezione civile.

Oggi a Palazzo Chigi, come annunciato dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ci sarà un vertice sui Campi Flegrei, da cui potrebbero venire «eventuali ulteriori interventi da parte del governo, dopo quelli già promossi e in corso di attuazione con il decreto legge dell’ottobre scorso». Oltre a lui, al vertice prenderà parte il capo del dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ed è stata annunciata la presenza della presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

Quando pensare ad altre vie di fuga?

Semmai fossero realmente realizzabili… Il mare potrebbe rappresentare una via di fuga, ma è noto che anche il livello del suolo sottomarino si è alzato e che i traghetti che fanno la spola tra il porto di Pozzuoli e le isole del golfo, Ischia a Procida, hanno ormai difficoltà ad attraccare e fare imbarcare persone e veicoli.

Non si poteva pensare ad un intervento specifico di adeguamento del porto di Pozzuoli, magari con fondi PNRR?

Dove e quando predisporre delle piazzole per ospitare sfollati in caso di necessità? Non sarebbe opportuno avviare una precisa politica di sgravi fiscali per favorire l’adeguamento antisismico degli edifici dell’area, magari in concomitanza con l’applicazione della direttiva europea sulle case green? Oppure immaginare degli incentivi al trasferimento degli abitanti? Cosa si intende fare con le costruzioni abusive? Ha senso abolire il Commissario per il bradisismo, istituito nel 1984 e rimasto praticamente inattivo, proprio in questa fase? Il piano di riqualificazione urbana dell’area ex-Ilva di Bagnoli, l’area industriale dismessa più grande d’Europa, prevede molti nuovi edifici: come si concilia questo con la strutturale carenza di vie di fuga?

Città Nuova avrebbe voluto porre queste ed altre domande al sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, dal quale attendiamo un’intervista da mesi. Egli, come altri politici, si sono affrettati a tranquillizzare la popolazione, annunciando che c’è una filiera istituzionale che funziona. Il primo cittadino ha anche annunciato che le prove di evacuazione, organizzate per il 30 e 31 maggio di una parte della popolazione, saranno posticipate. Ma sì, che fretta c’è?

Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha osservato che bisogna essere pronti a tutto, ma anche aspirare ad un’unità delle istituzioni per affrontare la questione. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha annunciato probabili scosse più forti, ma entro magnitudo 5. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha pure fatto la sua comparsa a Pozzuoli, dichiarando che «adesso è necessario creare una gerarchia dei valori: al primo posto c’è l’integrità della popolazione residente dell’area interessata al bradisismo. Successivamente penseremo a progettare il futuro». Adesso? Nel futuro? Ma veramente? Fortunatamente c’è la Croce Rossa Italiana che, dalle prime ore di questa emergenza ad oggi, ha impegnato ben 56 volontari e messo a disposizione 20 mezzi. Un’azione concreta, ma pensate a quanto successo lunedì sera…

Proprio il ministro Nello Musumeci, intervenuto al forum “Verso Sud” promosso a Sorrento da “The European House” Ambrosetti, aveva dichiarato che i Campi Flegrei sono «una zona in cui è sempre mancata la prevenzione», rinnovando l’appello ai cittadini ad essere più consapevoli, laddove «i fenomeni che si stanno accentuando non devono creare panico, bensì indurre i cittadini a capire meglio cosa avviene, come si sviluppa il fenomeno e come mitigarlo nei suoi eventuali effetti». Ecco, non è propriamente quanto accaduto lunedì sera, dove l’ansia dei cittadini e la mancanza cronica di infrastrutture adeguate nel Mezzogiorno d’Italia, ma anche la carente fiducia negli attori istituzionali, ha ingenerato il panico. Nella stessa occasione, Musumeci aveva dichiarato che bisogna smetterla di parlare di questione meridionale e che il Sud non deve essere vittimista. Parafrasando una nota canzone, qualcuno potrebbe chiedere: “se questa non è questione meridionale dimmi tu cos’è”.

Il vescovo di Pozzuoli e di Ischia, mons.Carlo Villano, ha invitato tutti a unirsi in preghiera in questo momento di prova. Ha anche dichiarato che «la Chiesa di Pozzuoli è vicina alle persone e alle famiglie che sono state sgomberate e a quanti stanno vivendo nell’ansia per lo sciame sismico in atto, condivide la stessa sofferenza nella consapevolezza che il Signore ci sostiene in questo tempo di prova. Le parrocchie, in sinergia con le istituzioni preposte, sono vicine alla popolazione con i propri volontari». La Conferenza Episcopale Italiana, con il presidente Matteo Maria Zuppi, ha pure espresso il proprio sostegno alla Chiesa puteolana.

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