Calma piatta nella Rdc dopo le elezioni

I congolesi della Repubblica democratica del Congo sono stati finalmente in grado di votare pacificamente, dopo due anni di attesa e molti colpi di scena politici e gravi violenze nel 2018
EPA/ROBERT CARRUBBA

Il conto alla rovescia è iniziato lentamente con il conteggio manuale dei voti da Kinshasa a Goma, da Lubumbashi a Tshikapa. Anche perché domenica le operazioni di voto sono proseguite sino all’imbrunire, a causa dell’apertura tardiva di alcuni uffici elettorali. La Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco) ritiene che «il clima generale del processo di voto sia stato relativamente calmo».

Tuttavia, se il voto di domenica non si è tramutato in caos e se le violenza non sono esplose, delle tensioni permangono nel Paese, dopo la sospensione di Internet da un lato e, dall’altro con la rivendicazione della vittoria da parte di tutti i candidati.

Tutte le reti Internet mobili e terrestri sono state tagliate intorno a mezzogiorno senza alcuna spiegazione da parte delle autorità. Ma è una pratica ormai diventata abituale nei regimi autoritari, con l’obiettivo di impedire qualsiasi tentativo di dimostrazioni pubbliche. Numerose frodi vengono denunciate già nel ballottaggio, specialmente nei collegi elettorali dove le opposizioni sono più forti.

Nonostante la relativa calma, va registrato che quattro persone sono rimaste uccise nel Sud Kivu, dove un funzionario elettorale ha voluto riempire le urne a favore di Dolphin Joseph Kabila Emmanuel Ramazani Shadary, secondo l’accusa di un supporter del candidato dell’opposizione Tshisekedi Felix.

La coalizione di Fayulu Martin, uno dei principali avversari, ha denunciato «irregolarità» che avrebbero un «grave impatto» sulla correttezza delle elezioni. Sembrerebbe che i suoi osservatori siano stati «espulsi da diversi seggi elettorali». Per l’entourage del candidato al potere, Emmanuel Ramazani Shadary, il problema non esiste. All’uscita dal seggio, Shadary ha rassicurato i suoi sostenitori: «Domani sarò presidente».

Anche papa Francesco ha pregato domenica per la Rdc, invitando tutti gli attori sul campo a garantire elezioni «regolari e pacifiche». Ricordiamo che Kinshasa ha rifiutato qualsiasi supporto logistico delle Nazioni Unite, presente da 20 anni in Congo, così come qualsiasi missione di osservatori occidentali. I risultati provvisori saranno proclamati sabato prossimo, secondo la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni).

 

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