Buone idee per cambiare l’Italia

C’è un provvedimento in Finanziaria 2007 che merita qualche considerazione in più. Se non altro, perché si parla di giovani. In positivo, finalmente. E della loro creatività. Immaginazione, intraprendenza, progettualità! Gli educatori sanno di quanto ce ne sia bisogno, soprattutto oggi, di fronte al rischio della manipolazione del cervello, e delle coscienze. Lo sanno bene anche le nostre industrie, in crisi non solo di produttività, ma soprattutto di innovazione. E anche i nostri centri di ricerca, che sopravvivono più per buona volontà dei suoi studiosi che per la lungimiranza delle istituzioni. Ma ora, dal Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive, un segnale incoraggiante, un apposito bando di concorso: Giovani idee cambiano l’Italia, per giovani fra i 18 e 35 anni che (in gruppi informali di lavoro di almeno 4 persone) intendano produrre idee in vari àmbiti, da quello sullo sviluppo sostenibile, all’innovazione tecnologica, alla gestione dei servizi urbani e territoriali per la qualità della vita dei giovani. Candidate anche tutte le idee innovative di utilità sociale e di impegno civile. I fondi a disposizione non sono un granché, ma è convinzione unanime ormai che più si è creativi più si sviluppano attitudini, si producono risorse e capitali, non solo economici, ma relazionali, sociali, spirituali. Una creatività a tutto campo, quindi, contro l’incombente pressione del conformismo. E non basterà, certo, un pur lodevole bando di concorso per farla crescere. Occorre dar vita ad una continua opera educativa e formativa che vada in tale direzione, capace veramente, come dice l’etimologia, di e-ducere, di trar fuori: un’operazione possibile solo se i giovani vengono incoraggiati a manifestarsi, a interrogare e a interrogarsi, a rischiare e a progettare, dando espressione a tutte le proprie potenzialità. Ci sarebbe molto da cambiare in questo senso anche nei nostri curricoli scolastici, da quelli di base fino a quelli universitari, stimolando un apprendimento più creativo, responsabile e compartecipato. In questo senso, più che di quotidiane notizie di morti ammazzati e di intriganti pettegolezzi, la nostra Italia ha bisogno di qualche buona idea. Se buone e innovative idee vengono incoraggiate, è più facile che crescano anche buone opere, quelle che veramente servono per ridare fiato e fiducia nel cambiamento. I giovani, quelli meritevoli, ne hanno tutto il diritto.

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