Brevi solidarietà

A Baghdad L’ultimo tuffo di Othman Un adolescente arabo sunnita, Othman al- Ubeydi, è annegato dopo aver salvato almeno tre persone precipitate nel Tigri nell’estate scorsa quando, alle voci diffusesi sulla presenza di un kamikaze, oltre mille i pellegrini sciiti sospinti dalla calca hanno perso la vita nel fiume. Il consiglio provinciale di Baghdad intende intitolare allo studente diciannovenne una via della città. Il governo iracheno e i media hanno definito Ubeydi un martire dell’unità nazionale, il cui eroico sacrificio dovrebbe contribuire a riconciliare sunniti e sciiti. Riabilitazione Il ragazzo con la fionda Occhi scuri, vivacissimi. Un sorriso aperto, fiducioso. Un corpo avvitato su sé stesso su una gamba maciullata da un colpo di mortaio. Khoudein Nazar era al pascolo sulle montagne afghane col suo piccolo gregge di capre. È rimasto vittima di un combattimento avvenuto nel 2002. Oggi ha diciotto anni, e dallo scorso luglio è a Roma ospite del Centro Santa Maria della Pace della Fondazione don Gnocchi. Si tratta del suo quarto ricovero nella struttura, dove sta seguendo un difficile programma di riabilitazione, dopo altrettanti impegnativi interventi chirurgici al Policlinico Umberto I. Questo pastorello afghano deve il fatto di essere oggi in Italia all’incontro con il giornalista Marco Monti, che dopo averlo conosciuto in ospedale nel suo paese, alle prese con una grave situazione di invalidità non risolvibile in loco, si è impegnato perché il ragazzo potesse essere trasferito in un ospedale italiano. Oggi, un’operazione dietro l’altra, Khoudein va lentamente e faticosamente riconquistando una certa autonomia. La strada è ancora lunga ma… la voglia di camminare è davvero tanta. Volontariato Per chi è solo malato Non riesco più a piangere. Non ho più lacrime . Sono state queste le prime parole che Renata ha detto alla giovane volontaria che si era recata nella sua casa. Aveva chiamato qualche giorno prima il centralino dell’Assistenza domiciliare della Caritas, dicendo di avere settantatré anni ed essere costretta a letto da lungo tempo. Fino ad allora era stata assistita dalla sorella, anch’essa anziana e disabile, ma la malattia era giunta alla fase più acuta. Renata si è spenta un mese dopo quell’incontro. L’anziana donna è stata una delle prime ad essere assistite dal Servizio di aiuto alla persona, rivolto ad anziani soli, malati e famiglie in difficoltà, svolto da volontari preparati e coordinati da un gruppo di esperti. Dal 27 gennaio 2005, giorno di apertura del servizio, sono stati assistiti 105 utenti tutti delle circoscrizioni centrali della capitale. I tipi di intervento più richiesti sono: compagnia, assistenza sanitaria, sostegno economico, aiuto per pratiche, e per trovare un alloggio.

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