Bloccati dalla nube

Allo scalo romano di Fiumicino tra i passeggeri fermati dalle polveri del vulcano islandese.
Aereoporto voli cancellati

Volo annullato per calamità naturale, volo cancellato per eruzione vulcanica. Le diciture ai check in dell’aeroporto di Fiumicino sono le più varie, ma la frenesia di lettura del passeggero e lo sconforto sul suo viso sono invece gli stessi, che in fila ci siano italiani, tedeschi o polacchi.

 

Volare oggi in Europa e nel resto del mondo è praticamente impossibile: l’eruzione del vulcano ha paralizzato scali e viaggiatori. L’altoparlante annuncia che le partenze per Germania, Polonia, Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Belgio sono sospese e aggiunge poi gli scali italiani resi inagibili dalla polvere vulcanica. Chi è diretto al sud del mondo non ha meno fortuna se la compagnia aerea ha sede in uno dei paesi citati: gli aerei sono fermi in pista e negli hangar. 

 

Insomma lo stop è generale, tranne pochi privilegiati che si dirigono ai varchi di partenza avendo scelto la compagnia di bandiera e mete meno nordiche. Mentre sui terminali la parola annulled si affianca a decine di destinazioni, non ci sono scene di panico nelle file, ma smarrimento, leggero disappunto e rassegnazione. Se uno sciopero è mal tollerato l’eruzione del vulcano invece viene accettata da tutti come inevitabile e crea immediata solidarietà, non solo con gli sfortunati compagni di viaggio ma anche con il personale in servizio.

 

Le hostess spiegano pazientemente le modalità di rimborso e offrono la possibilità di un alloggio, ma alla domanda quando si parte… silenzio. Si comincia a cercare con lo sguardo un angolo ospitale, un posto a sedere, ma anche qualche mattonella su cui sdraiarsi prevedendo già una lunga attesa. Gli irriducibili del viaggio non mollano: il vento potrebbe cambiare direzione da un momento all’altro e tutto potrebbe tornare alla normalità. Nessuna previsione e nessun allarme sembra scoraggiare la loro certezza.

 

Fiumicino comincia a diventare un bivacco e sono appena le 6.30. Presi d’assalto i punti ristoro e la libreria: cornetto e quotidiano rendono l’attesa più sopportabile. Sulle prime pagine campeggia la nube, i disagi e le perdite economiche, ma tra i passeggeri ci si racconta e si fa conoscenza. C’è disagio ma non manca chi ironicamente commenta: «Siamo al centro della storia, perché non capita tutti i giorni di essere protagonisti di un stop di vulcaniche dimensioni».

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