Bergamo: l’ex cappella diventerà moschea

Forti contrasti per l’aggiudicazione di un’asta di una ex cappella ad una associazione di musulmani. Geopolitica e religioni. Un commento

La geopolitica è quella disciplina che studia le relazioni tra la geografia fisica e soprattutto la geografia umana e l’azione politica. Ma non forse non si pensava che potesse lambire anche l’azione “religiosa”. Siccome la notizia che riportiamo si svolge a Bergamo, culla innegabile del fenomeno leghista – infatti la Lega, allora Nord, nasce Il 4 dicembre 1989, presso un notaio di Bergamo – ecco lo scomodare la geopolitica. Ma bisogna citare anche la religione perché la storia nasce da una chiesa, la cappella agli ex ospedali Riuniti, messa all’asta lo scorso 20 settembre dall’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Papa Giovanni XXIII.

La cappella era occupata da tempo, in comodato d’uso gratuito dalla Chiesa Ortodossa rumena, il cui contratto scadeva il prossimo 30 giugno, anche se era prevista la possibilità di rescissione anticipata.

All’asta pubblica ha preso parte oltreché la Chiesa Ortodossa rumena, un gruppo attivo nel settore alberghiero e l’Associazione musulmani di Bergamo che ha fatto un rialzo vincente con la base d’asta fissata a 418.700 euro.

l’Associazione ha dichiarato che la sua intenzione è quella di mantenere la destinazione del sito a “luogo di culto”, anche a causa delle forti restrizioni della Regione Lombardia in merito alla costruzione di moschee.

La vendita, non c’erano dubbi, ha scatenato un vero e proprio caso politico.

Alcuni membri della Lega, oltre ad accusare la giunta Gori che vuole «riempire la città di moschee» hanno dichiarato che verificheranno gli atti della gara per capire se ci sono vincoli storici e conseguentemente se ci siano gli estremi per annullare la gara.

A noi solo mettere in evidenza una considerazione poco geopolitica ma speriamo di ampio respiro. La presenza, almeno nel nome dell’Azienda socio sanitaria di S. Giovanni XXIII, oltre per la sua nascita nell’hinterland bergamasco, ci fa intravedere il suo trascorso di dialogo e pace di cui era profondamente portatore che lo vide fortemente impegnato in nazioni come Bulgaria e Turchia dove vi è una presenza sia di ortodossi che di musulmani. Forse lui, fine esperto diplomatico, quale Nunzio Apostolico, potrà intervenire dalla sua attuale posizione privilegiata, a dirimere i contrasti “geopolitici” e dare spazi di preghiera, dialogo e Pacem in Terris e in Bèrghem per tutte le denominazioni e le religioni.

 

 

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