Attivato l’inceneritore, protestano gli ambientalisti

Iniziate le prove a caldo per tarare i macchinari che saranno operativi al cento per cento il prossimo 18 maggio. Federico Pizzarotti, sindaco 5 Stelle, che aveva incentrato la campagna elettorale sul blocco del termovalorizzatore, non si è presentato al via dei lavori
Federico Pizzarotti

L’inceneritore di Parma è in funzione. Sarà operativo al cento per cento il prossimo 18 maggio, quando saranno completate le prove a caldo di smaltimento dei rifiuti; eppure ieri è iniziato un periodo di avvio temporaneo che prevede 50 ore di incenerimento per tarare i macchinari, una procedura di collaudo che la società che gestisce l'impianto, l'Iren, ha dovuto effettuare entro una data precisa per non perdere gli incentivi statali.

L'avviamento ha provocato molte polemiche, che coinvolgono in primis il sindaco Federico Pizzarotti (e il Movimento 5 stelle), che l’anno scorso aveva portato avanti la campagna elettorale proprio sul blocco dei lavori del termovalorizzatore. Anche questa è una patata bollente ereditata dalla vecchia amministrazione, assieme agli enormi debiti del comune.

Il primo cittadino di Parma non si è presentato all'avviamento dei lavori. È questo che gli viene imputato dall’Assemblea permanente "No inceneritore" che ha protestato dinanzi all’impianto del Polo ambientale integrato di Ugozzolo, nella periferia nord della città verdiana. «Bruciano il nostro futuro», così una scritta su un telo bianco che i trenta attivisti hanno attaccato ai cancelli dell’impianto gestito dall'Iren. Erano decisi a impedire l’ingresso dei camion con i primi rifiuti e per questo si sono appostati dinanzi ai tre ingressi. Ma c'è stata l’ennesima sorpresa: l’azienda aveva portato all’interno del cantiere i rifiuti necessari per avviare l’impianto già nei giorni precedenti.

Finisce in questo modo una battaglia che è stata dura e lunga, con scontri costanti tra l’amministrazione comunale, provinciale e l'Iren, una battaglia che si è giocata anche nelle aule dei tribunali. Ecco allora che questa è la prima partita persa dal Movimento 5 Stelle. In fondo Pizzarotti, appena eletto, aveva subito capito che non poteva far nulla per bloccare l’avvio del forno, in quanto vi era da pagare una multa eccessivamente onerosa nei confronti dell'Iren, senza contare che i lavori dell’impianto erano praticamente già terminati e il costo del cantiere, seppur inattivo, pesava già troppo sulle casse vuote del Comune.

Ecco così messo da parte il progetto di poter dialogare, cittadini e amministratori, attorno al tema di questo bene comune. La decisione di pochi è stata imposta a molti, o meglio a tutti i cittadini di Parma e provincia. Sono tanti i parmigiani che temono per la propria salute, non solo per l’accensione del termovalorizzatore. Questo impianto è stato costruito, infatti, in una delle zone più inquinate d’Europa per via della presenza di una miriade di industrie e dell’autostrada Milano-Bologna.

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