Atomo addio

Il governo tedesco ha deciso di chiudere l'ultima delle 17 centrali nucleari entro l'anno 2022. E’ una reazione isterica, come affermano voci francesi e britanniche?
Già negli anni settanta, cittadini tedeschi cominciarono a protestare contro la costruzione di reattori nucleari, ricordando l’effetto devastante dell´uso militare della stessa energia a Hiroshima e Nagasaki nel 1945: il loro slogan era “Energia atomica? No grazie“ usando l´emblema di un sole sorridente. Nel 1980 fu fondato il partito verde “Die Grünen“, che lotta per la protezione dell´ambiente. Nel giro di tre anni il partito riuscì ad entrare nel parlamento.

 

Nel 2000 il governo di socialdemocratici e verdi dell’allora cancelliere Gerhard Schröder prese la decisione di abbandonare l´energia nucleare entro il 2022: con le società impegnate nel campo firmò un contratto dal titolo Atomkonsens (consenso atomico). Ma nell´autunno 2010 Angela Merkel, al governo con i partiti cristiano-democratico e liberale, revocò questa decisione. Pur introducendo una nuova tassa sull’impiego dei reattori, ne prolungò il permesso di funzionamento, con lo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica.

 

Lo tsunami in Giappone, con la catastrofe nell´impianto nucleare di Fukushima il 12 marzo, ha risvegliato e rafforzato l’opinione di tanti tedeschi che questa forma di energia non sia pulita come tanti politici e scienziati vogliono far credere. Nelle settimane successive il partito verde ha ottenuto buone affermazioni nelle elezioni di diverse regioni: nel Rheinland-Pfalz ha avuto un forte aumento di voti, nella regione del Baden-Württemberg ha ricevuto la maggioranza permettendo la prima elezione di un ministro presidente del partito dei verdi. A Brema ha superato per la prima volta la democrazia cristiana per numero di voti.

 

Certo, in Germania non esiste il pericolo di un tsunami che distrugga gli impianti. Però ci sono altre possibilità: difetti tecnologici, incidenti o atti terroristici esterni. Inoltre in Germania finora non si è trovato un posto adatto per immagazzinare i rifiuti nucleari (le barre di combustibile usate) onde evitare che possano emettere radioattività pericolosa.

 

Non sorprende quindi l´aumento del numero dei tedeschi contrari all’energia atomica. Sorprende però il cambio radicale nell´atteggiamento del governo Merkel, avvenuto in breve tempo. Pochi giorni dopo Fukushima, infatti, sono stati chiusi i sette impianti nucleari più vecchi.

 

I tedeschi sono molto sensibili ad una natura sana e quindi a tecnologie ecologicamente compatibili: questo si riflette nella commissione etica istituita dal governo per lo studio di un rifornimento sicuro di energia. I 17 membri, fra cui tre rappresentanti delle chiese, raccomandano di abbandonare l´energia nucleare entro 10 anni, pur con il rischio di possibili ricadute sociali, per le imprese che hanno bisogno di tanta energia ed i loro dipendenti. L´organizzazione Greenpeace desidererebbe una chiusura degli impianti ancora prima del 2022.

 

Anche se la Germania desidera fare da battistrada nell´uso di energie alternative, resta aperta la domanda con quale velocità sia possibile realizzare l´ambizioso progetto della “svolta energetica“. Probabilmente i cittadini dovranno rassegnarsi a pagare di più la corrente elettrica, mentre di rinuncia oppure riduzione del consumo dell´energia quasi non si parla. E dubito che i tedeschi sarebbero disponibili in questo senso, se risultasse necessario. Comunque, prima o poi protesteranno quando il prezzo dell´energia salirà.

 

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