Assisi e la pace delle armi

Gentiloni, in visita nella città di Francesco, viene accolto dal dissenso, subito tacitato, sul mancato stop all’invio di bombe verso la guerra yemenita
. ANSA/ PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - TIBERIO BARCHIELLI

Nel giorno dedicato a Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, alcuni giovani della città umbra hanno issato uno striscione, in mezzo alla folla, per ricordare al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni il disastro della guerra in Yemen alimentata, anche, con le bombe che partono dall’Italia con destinazione Arabia Saudita.

Potevano scrivere una lettera garbata da consegnare in segreteria o alla portineria del Sacro convento dove si è celebrata la cerimonia del dono dell’olio necessario ad alimentare la lampada posta sulla tomba del Santo. Ma tutti ricordiamo quel giovane di Assisi, e i suoi compagni, per la fedeltà evangelica, spesso scomoda e inopportuna.

Francesco, come è noto, mandò un fraticello ad ammonire l’imperatore Ottone di Brunswick per ricordagli il limite della gloria umana. L’immagine si trova nella chiesa che sorge, a Rivotorto, il “tugurio”, come era definita la prima sede di quel movimento destinato a segnare molto più di un secolo.

Il 4 ottobre 2017  quei giovani, che abitano la città simbolo della pace, hanno invitato, con il loro gesto simbolico,  ad uscire dall’ipocrisia e fermare l’invio di armi nei Paesi in guerra, come impone la civilissima legge 185 del 1990, continuamente violata per pragmatismo politico.

Le forze di polizia hanno provveduto a rimuovere lo striscione e a chiedere i documenti a coloro che potevano recar danno all’ordine pubblico.

A pochi giorni dal voto della Camera che ha rigettato la mozione di stop all’invio di armi verso l’Arabia Saudita, ci si può chiedere che tipo di ordine si vuol far mantenere. Quello dei bombardamenti verso scuole e ospedali? La denuncia circostanziata e solenne è stata formalizzata in conferenza stampa congiunta del 21 giugno da parte di Amnesty International, Oxfam, Movimento dei Focolari Italia, Rete disarmo, Banca etica e Rete Pace.

Oltre le cerimonie e i discorsi inappuntabili, l’Italia ha bisogno di tenere accesa la lampada di Francesco che nel Cantico delle creature ancora ci dice che son «Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati».

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