Aspettando la Gmg

Mancano 72 giorni all’inizio della Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Panama dal 22 al 27 gennaio prossimo. Ben 35 detenuti del penitenziario La Joya stanno dando il loro contributo per la realizzazione dei confessionali che saranno utilizzati nel “Parco del perdono”
Dopo il Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, cresce l’attesa per un altro importante evento che vedrà riuniti ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo: la Giornata mondiale della gioventù. Il sito ad essa dedicato segnala quanto tempo manca: 72 giorni… poi il timer scorre contando ore, minuti e secondi che separano i giovani da questa esperienza. Circa 209 mila pellegrini da diverse parti del mondo, secondo i dati finora raccolti, arriveranno a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019 per partecipare alla XXXIV Giornata mondiale della gioventù, che ha come tema: “Ecco la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola”.

 

Per la prima volta tanti giovani latinoamericani avranno l’opportunità di vivere da vicino questo evento. Lo dimostrano le cifre, secondo le quali parteciperanno prevalentemente giovani provenienti dal continente americano, di cui 15 Paesi occupano i primi 15 posti in numero di iscritti. Panama ha il maggior numero di pellegrini, finora circa 32.279; anche dall’Italia sono previste numerose adesioni. Questi i dati della “prima fase”, quella in cui si dichiara la propria disponibilità a partecipare. Successivamente, nella seconda fase, i ragazzi dovranno confermare l’adesione e la partecipazione. Finora le conferme sono state circa 130 mila.

 

Panama è un cantiere aperto: fervono i preparativi, attraverso i social si cercano le adesioni dei volontari e ci si tiene in contatto con i giovani di tutto il mondo. Il sito panamense, riservato alle notizie sulla Gmg, ha annunciato in questi giorni che 35 detenuti del penitenziario La Joya di Panama stanno costruendo i 250 confessionali che saranno utilizzati nel “Parco del perdono”.

 

Il lavoro – spiega Alma De León, coordinatrice dei progetti del sistema penitenziario – viene svolto con il supporto di un istruttore Inadeh ed è un modo per dimostrare alla società le capacità di coloro che sono privati della libertà e il loro desiderio di essere persone diverse e utili agli altri. Impegnandosi nella costruzione dei confessionali, infatti, i detenuti si sentono intimamente legati alla Gmg e ai giovani del mondo. Durante la giornata lavorativa, si svolgono diverse attività di taglio, rifinitura, verniciatura e pittura dei confessionali.

 

Il “laboratorio Libertà”, lo chiamano le 35 persone che hanno avuto l’opportunità di lavorarci. Come afferma uno di loro, non si tratta di “un semplice lavoro di falegnameria”, ma di sentirsi inclusi in un progetto a favore dei giovani che, come loro, vivono i problemi e i rischi della società, ma «possono ancora prendere una strada diversa».

 

Jesús Ramos era convinto che avrebbe pagato la sua pena tra le mura di una cella, con l’unica compagnia della Bibbia. Poi è stato scelto per partecipare a questa iniziativa e, nonostante non sia cattolico, si sente orgoglioso di poter dare il suo contributo per il successo di questo lavoro ed è convinto del valido apporto che la Giornata mondiale della gioventù potrà dare a tutti i giovani del mondo. «Sono evangelico e sono grato che mi abbiano preso in considerazione perché qui ho imparato a usare gli strumenti, a lavorare sulla base del rispetto e insieme verso lo stesso obiettivo. Grazie alla Gmg mi sento incluso e felice di lavorare per Dio», ha detto.

Nel laboratorio i detenuti hanno acquisito competenze, capacità di lavorare insieme e fiducia in se stessi, abilità che intendono mettere in pratica una volta usciti dal penitenziario. Luis Domínguez dipinge e supervisiona la levigatura dei confessionali. La sua esperienza è stata gratificante come quella dei suoi compagni: si è sentito parte del “progetto Gmg” e assicura che, quando sarà uscito dal carcere, metterà in pratica quello che ha appreso nel corso di questa esperienza. «Anche se non potremo essere presenti – afferma –, sentiamo che stiamo facendo qualcosa di importante; ringrazio Dio per l’opportunità che è stata data a noi, persone private della libertà, di portare il nostro contributo a una missione così importante come la Gmg».

Si tratta di un progetto di coinvolgimento dei detenuti che ha risvolti non solo tecnici ma anche spirituali. Sharon Díaz, vicedirettrice del penitenziario, ha sottolineato come essi comprendano l’importanza di questo lavoro: «Sapere che stanno dando un contributo dal punto di vista spirituale, li fa sentire presenti dentro la Giornata mondiale della gioventù, indipendentemente dalla fede che ciascuno dei carcerati professa, sono una unica squadra e sanno l’importanza di lavorare su un progetto unico come questo».

La disegnatrice di interni Lilibeth Bennet ha ideato due diversi modelli di confessionale, entrambi ispirati alle linee curve del logo della Gmg e dipinti con gli stessi colori. Ritiene che i suoi disegni assumano un significato ancora più profondo se riportati alla realtà dei detenuti che si possono, così, aprire all’opera di trasformazione di Cristo, capace di fare emergere il meglio da ogni individuo.

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