Anitgone a san Patrignano

Prende a prestito l’impianto narrativo e i nomi dell’Antigone di Sofocle, il plot di Cos’è l’amore di Franco Branciaroli, regia di Claudio Longhi. Con riferimento ad un noto fatto accaduto a San Patrignano, racconta di un ragazzo presso una comunità per tossicodipendenti denominata La Città del Sole. La sua tragica morte, generando dubbi sulle cause, crea, nell’assassino e nei suoi complici, lacerazioni interiori e rimorsi. Fa vacillare certezze: come quelle di Pietro- Creonte, il fondatore della comunità, che vede la sconfitta dei suoi ideali di amore altruistico.A questo si aggiungerà il dolore e il fallimento di due genitori troppo assenti che scoprono di amare quel figlio solo dopo la sua morte. Un testo forte, crudo, che pone interrogativi morali e ci interroga sul vero significato dell’amore. Come in Antigone, la sorella di Polinice il cui corpo Creonte non le permette di seppellire, anche il giovane della piéce viene lasciato insepolto in una discarica e recuperato di nascosto dal fratello, sollevando la nota questione etica fra legge del cuore e ragion di stato. Con rimandi al verbo di Testori, anche qui la parola si fa carne, investita delle bassezze e delle grandezze dell’uomo. Le nervature del testo classico innestate col linguaggio contemporaneo di Branciaroli generano interrogativi attuali. Pur nella verbosità del testo, lo spettacolo ha una tensione che inchioda in un crescendo di pathos tra ribellione e vacillamenti, scontro verbale e fisico, che vede diciassette giovanissimi attori in una polifonia di voci classiche ma contemporanee. Si muovono dentro un gelido stanzone piastrellato – bagno o macelleria – con scale che conducono a delle nicchie dove trovano rifugio, accovacciati, i ragazzi, in un andirivieni che conferisce ritmo scenico al plastico comporsi dei corpi. Oltre allo stesso Branciaroli, duro e secco, spiccano decisamente, per intensità interpretativa, i due amici e fratelli Enzo Curcurù (Antigone) e Tommaso Cardarelli (Ismene) dai notevolissimi mezzi vocali ed espressivi.

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