Alma Pizzi giornalista e collaboratrice di Città nuova

Una vita dedicata alla costruzione e alla diffusione della cultura della fraternità, nel giornalismo e in politica. Il ricordo di chi l'ha conosciuta
Alma Pizzi

La notizia della scomparsa di Alma Pizzi ha lasciato increduli e turbati amici e conoscenti. Da poco arrivata in Egitto per una breve vacanza in compagnia del marito, Alma è stata colta da malore il 25 ottobre dopo una bella nuotata in mare. Sessantadue anni, laureata in Scienze politiche, giornalista e scrittrice varesina molto conosciuta nell’ambiente, Alma era una donna piena di vita, di speranza, di ottimismo, che ha saputo fare dono agli altri delle sue capacità umane e intellettuali impegnandosi nel giornalismo, nell’attività politica, culturale e civile.

 

Dopo avere diretto la testata televisiva Varesesat e collaborato con il Sole 24 Ore, la Prealpina, La Provincia di Varese, Rete 55 e altre testate locali e nazionali, si è più recentemente dedicata con una passione tutta nuova alla direzione di Radio Missione Francescana Online. Sì, perché Alma aveva la capacità di accogliere le nuove sfide lavorative con passione ed entusiasmo. Ha lavorato come consulente stampa presso l’Università dell’Insubria e la Camera di Commercio, poi come responsabile dell’ufficio stampa di Confartigianato di Varese. Ha svolto attività di consulenza per enti privati e pubblici. Si è dedicata attivamente all’attività politica prima come assessore e poi come sindaco di Laveno Mombello, dal 1990 al 1994. Molto attiva nel sociale, era da qualche mese diventata presidente dell’Ucid e collaborava attivamente ai progetti di NetOne.

 

Un impegno pubblico che Alma ha saputo coniugare quotidianamente con la sua missione di sposa, di madre e di nonna. Così il marito Claudio ha voluto ricordarla oggi: «Alma è stata una moglie, una mamma e una nonna eccezionale. Professionalmente non diceva mai di no a nessuno ed era sempre pronta a dare una mano a chiunque chiedesse il suo aiuto. Era una persona talmente speciale che quasi non mi sentivo degno di essere al suo fianco».

 

Quando si lasciava alle spalle la fatica di giornate intense e piene di incontri, Alma amava ritirarsi nella sua bella casa sul lago come ha raccontato in una recente intervista: «Amo il Lago Maggiore da sempre e ora lo posso ammirare nella sua completezza dalla mia mansarda-studio. Anche quando sono fuori per lavoro, al rientro mi affaccio a guardare il lago prima di andare a dormire: una visione che mi ispira e mi dà tanta pace».

 

Alma lascia, oltre al marito Claudio, tre figlie, Cristina, Cecilia e Chiara, e sei nipoti. A loro, in questo momento di dolore, va tutto il nostro affetto e la gratitudine per l’impegno concreto che Alma ha voluto dedicare alla costruzione e alla diffusione della cultura della fraternità, anche attraverso le pagine di Città Nuova.

 

 

Dicono di lei:

 

«Oggi, questa mia giornata la voglio vivere per lei, tenendo in primo piano una luce accesa nell’animo, tutto il resto farà da sfondo, mi unisco a voi nella preghiera»

Alessandro
 

«Sì… lei si sarebbe rimboccata le maniche… anche oggi, in un giorno così, sempre ferma-dinamica nell’Amore. Senza perdere un attimo di questa vita, per l’Altra. Un abbraccio a tutti e una preghiera per lei». 
Tamara

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