Al timone della crisi

Il presidente della Repubblica, incontra Fini e Schifani per verificare la maggioranza di Governo, come previsto dalla Costituzione a garanzia di tutti i cittadini
Giorgio Napolitano

Il garante Napolitano incontra il presidente della Camera e quello del Senato per valutare secondo la Costituzione gli sviluppi dell’attuale momento politico, critico non solo per i rappresentanti delle istituzioni, ma per l’intero Paese da mesi paralizzato dall’altalenante sequenza di riforme annunciate e stasi governativa.

 

Ipotesi di Governo Con le dimissioni dei membri del governo aderenti a Futuro e libertà, la crisi è conclamata ed è da portare in Parlamento subito dopo il voto delle leggi di bilancio e di stabilità. Sui suoi esiti, il mondo politico è diviso tra chi invoca lo scioglimento delle Camere (o addirittura di una sola) e le elezioni subito e chi pretende invece di esplorare le possibilità di formare un nuovo governo. Quale? Difficile dirlo, anche se le possibilità non sono poi molte. Un governo a guida Berlusconi o di altro politico del centro-destra, con base parlamentare allargata (ipotesi pratica), è al momento reso difficile dal veto leghista nei confronti dell’Udc; mentre (ipotesi teorica) un governo a guida “tecnica”, cioè di una personalità fuori dal Parlamento, come lo furono Ciampi e Dini, per esempio, è malvisto dai più giacché la sua maggioranza sarebbe estesa anche alle opposizioni di sinistra (“il ribaltone”), mentre ancora più lontano appare il “governo di unità nazionale” cui dovrebbero partecipare sia Pdl che Pd, oltre alle forze minori.

 

Le consultazioni In ogni caso, si tratta di valutazioni di pertinenza del presidente della Repubblica. Nelle crisi, da presidenti di Camera e Senato, ex-presidenti della Repubblica e da delegazioni dei gruppi parlamentari provengono indicazioni che consentiranno a Napolitano di rendersi conto se in Parlamento permanga o meno una maggioranza in grado di dare vita ad un nuovo governo, e di che tipo. Inoltre solitamente, il Capo dello Stato acquisisce una rosa di nomi per l’eventuale incarico.

È un momento di grande prova e confusione. In questi frangenti si può capire l’architettura istituzionale pensata dall’Assemblea costituente, che volle una figura di garanzia da mettere al timone tra le onde delle crisi. Il Paese resti quindi unito e idealmente vicino al presidente Napolitano, che lo rappresenta tutto, perché possa esercitare al meglio la sua impegnativa responsabilità.

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons