In spiaggia senza la merenda da casa

L'iniziative, adottata a Laigueglia, in Liguria, vuole scoraggiare la vendita abusiva di cibo e l'inquinamento del lungomare e segue l'ipotesi, finora non approvata, di limitare gli accessi alle spiagge libere

Si tratta un fronte di 230 metri per uno sviluppo di 20, tra il muro della passeggiata e la riva: è questa la metratura “contesa” della spiaggia libera di Laigueglia. È calda, troppo calda, l’estate nel ponente ligure e si gioca a colpi di divieti di occupazione di spiagge libere, e di prese di posizione tra turisti, abitanti e forse dell’ordine.

Vietare le spiagge libere è l’ultima trovata degli amministratori, che sazi di soldi portati a palate nelle passate stagioni, cosa che un tempo andava benissimo, ora che le casse si sono riempite non sono più contenti. Adesso, chi vuole sostare nelle spiagge libere, non deve mangiare. O meglio non deve portare i suoi prodotti, ma consumare strapagando il cibo in vendita nei chioschi.

Contestate soprattutto le comitive di turisti sudamericani, peruviani e filippini, che arrivano sulla spiaggia attrezzatissimi con i loro cibi, che vendono ai turisti a prezzi a pochi euro. Naturalmente tutto abusivamente.

Per arginare la situazione, a Laigueglia le hanno provate tutte, l’ultima è della scorsa settimana, con una  recinzione ad ingresso “controllato”. Ma a  dire il vero non è stato un gran successo. A parte gli ombrelloni sequestrati, il filtraggio agli ingressi ha bloccato l’ingresso a chiunque avesse con sé gli “oggetti proibiti” e, per la prima volte da settimane, la spiaggia è stata un po’ più sgombra e vivibile.  Ma gli irriducibili, ieri, trovatisi di fronte a questa imprevista situazione, hanno puntato sulle spiagge di Alassio. Anche lì sono dovuti intervenire la polizia municipale e  gli uomini della capitaneria di porto, con la tensione che è cresciuta ma per fortuna senza problemi seri.

Da queste parti, negli ultimi anni si è incrementato tantissimo il turismo domenicale, con arrivi in massa di pullman dalle grandi città del Nord. Sui pullman, soprattutto il popolo di badanti e collaboratori domestici che hanno liberi i fine settimana e “scappano” verso il mare. Però per la fretta, per il desiderio di libertà, per una educazione forse meno rigida, quando vanno via spesso lasciano la spiaggia in uno stato vergognoso, con cocci di bottiglie, carta e rifiuti di ogni genere sulla sabbia. Questo ha spazientito gli abitanti e le amministrazioni comunali, con il servizio raccolta rifiuti costretto a fare gli straordinari per ripulire litorale e passeggiata.

Per cercare di arginare il fenomeno dei turisti mordi e fuggi che intasano le strade con i pullman low cost, occupano le spiagge senza portare praticamente un euro sul territorio, i primi cittadini di Alassio e Laigueglia hanno ipotizzato l’accesso a numero chiuso sulle spiagge. Ma la proposta, esaminata in Prefettura a Savona, nel corso della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, distingue due tipologie di possibili interventi dei sindaci. «Abbiamo affrontato il fenomeno dei flussi turistici su Alassio e Laigueglia – conferma il prefetto, Giorgio Manari –. Abbiamo posto l’attenzione sulla sicurezza viaria degli utenti, con controlli che verranno potenziati nei fine settimana. Sulla vicenda delle ordinanze, i sindaci possono disciplinare l’aspetto comportamentale, con ordinanze che vietino l’ingresso in spiaggia di fornelli, tende o l’abbandono di bottiglie di vetro. Non abbiamo parlato di ingressi con pass sulle spiagge. Se si parla di decoro è un conto, se si parla di ordine e sicurezza entriamo in un campo diverso ma, ad oggi, non ci sono stati segnalati episodi cruenti».

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