Africani bloccati e discriminati in Ucraina

Nel dramma della fuga da Kiev e dalle altre città ucraine verso i Paesi confinanti, molti africani, soprattutto studenti, sono stati bloccati perchè privi di visto d’ingresso, ma anche discriminati e in certi casi respinti dalle forze dell’ordine al di qua e al di là del confine.
(AP Photo/Markus Schreiber)

Mentre si scatenava l’invasione russa in Ucraina, con feriti, morti e profughi, le popolazioni delle varie città colpite sono fuggite verso ovest… cercando rifugio in Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldova. Tuttavia, molti cittadini africani sono stati costretti a fuggire a piedi, e spesso bloccati, picchiati, insultati da soldati o milizie ucraine e persino dagli agenti di polizia dei Paesi confinanti con l’Ucraina.

Immagini che sconvolgono l’Africa. Si moltiplicano le accuse di comportamenti razzisti nei confronti di africani, in fuga come tanti altri, con video a sostegno. Sono condivisi sui social network con l’hashtag #AfricansinUkraine.

L’Unione Africana (Ua) ha alzato la voce e si è detta «particolarmente preoccupata per le notizie secondo cui ai cittadini africani che si trovano sul lato ucraino del confine, viene negato il diritto di attraversare il confine in sicurezza».

Il Capo di Stato senegalese Macky Sall, Presidente dell’Ua, e il Presidente della Commissione dell’Ua, Moussa Faki Mahamat, ricordano che «ogni persona ha il diritto di attraversare i confini internazionali durante un conflitto (…) indipendentemente dalla nazionalità o dall’identità razziale». Applicare “un trattamento diverso inaccettabile” nei confronti degli africani sarebbe “scioccante e razzista” e “violerebbe il diritto internazionale”, sottolineano.

Lunedì 28 febbraio, la Nigeria ha esortato le autorità di frontiera in Ucraina e nei paesi limitrofi a trattare i suoi cittadini “con dignità”. “Rapporti inaccettabili” segnalano che «la polizia e il personale di sicurezza ucraini si rifiutano di lasciare che i nigeriani salgano su autobus e treni» per raggiungere la Polonia, ha detto il portavoce presidenziale nigeriano Garba Shehu. «In un video ampiamente diffuso sui social media, una madre nigeriana con il suo bambino piccolo è stata filmata mentre veniva fisicamente costretta a lasciare il suo posto», ha continuato, aggiungendo che, secondo altri rapporti, i funzionari polacchi hanno rifiutato l’ingresso in Polonia ai nigeriani provenienti dall’Ucraina.

Stessa protesta dal Sudafrica: il portavoce del ministero degli Esteri Clayson Monyela ha anche affermato che alcuni africani venivano “abusati” al confine tra Ucraina e Polonia e che l’ambasciatore sudafricano si era recato lì per aiutare un gruppo di sudafricani bloccati, per lo più studenti, ad entrare in Polonia.

Queste accuse di razzismo sono state respinte, in particolare dall’ambasciatore polacco in Nigeria, Joanna Tarnawska. «Ognuno riceve lo stesso trattamento. Posso assicurare che, secondo le informazioni che ho, alcuni cittadini nigeriani hanno già attraversato il confine con la Polonia», ha detto ai media locali. Alcuni nigeriani che hanno attraversato il confine hanno descritto il loro viaggio nell’oscurità verso confini affollati dove i funzionari hanno dato la priorità alle donne e ai bambini ucraini.

Stéphanie Agekameh, studentessa di medicina, ha affermato che i funzionari del posto di frontiera di Medyka si sono occupati per primi degli ucraini: «Uno degli ufficiali è venuto e ci ha detto che è più difficile per noi stranieri, perché devono contattare il nostro governo in diversi Paesi».

Asya, una studentessa di medicina somala che studia a Kiev, due giorni fa ha pubblicato un video su Twitter mentre gli attacchi aerei prendevano di mira la città. È fuggita con gli amici subito dopo, ma non era preparata per il lungo viaggio in Polonia e ha trascorso tre giorni senza cibo né sonno prima di arrivare al posto di frontiera di Medyka, domenica. Per sei ore, ha detto, nessun africano è stato autorizzato a passare, ma ha guardato passare autobus di donne e bambini ucraini. «Finalmente siamo riusciti ad attraversare – ha aggiunto – e ci è stato detto che l’hotel era riservato agli ucraini». Ha dovuto arrivare a Varsavia per trovare un alloggio.

Isaac, anche lui nigeriano, è arrivato al confine di Medyka alle 4:30 di sabato. Domenica pomeriggio, il personale di frontiera gli ha detto che «non avevano nulla a che fare con gli africani». Ha detto: «Siamo stati ricacciati indietro e siamo stati colpiti dai poliziotti con dei bastoni quando abbiamo cercato di fare pressione e spingerci avanti. C’è stato anche uno scontro tra soldati e ragazzi che aspettavano».

Più di 260 nigeriani sono stati accolti dalle ambasciate in Romania, Ungheria e Polonia. Altri 200 sono attesi lunedì, secondo il ministero degli Esteri nigeriano.

Il ministro degli Esteri della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), Christophe Lutundula, da parte sua, ha affermato che martedì prossimo riceverà l’ambasciatore polacco per facilitare il passaggio di circa 200 cittadini della Repubblica Democratica del Congo attualmente in Ucraina. «Sono al confine – ha affermato il ministro congolese – dove non accettano che accedano ai paesi vicini».

Il governo del Ghana ha dichiarato nel frattempo che avrebbe incontrato i genitori degli studenti ghanesi bloccati in Ucraina, ed ha inviato funzionari dell’ambasciata ai valichi di frontiera per aiutarli. La Costa d’Avorio, che ha circa 500 cittadini in Ucraina secondo i media locali, ha anche detto che stava prendendo accordi per la loro evacuazione.

Secondo il Ministero degli Affari esteri del Kenya, 201 kenioti sono in Ucraina, per lo più studenti. Il ministero ha recentemente riferito che sono tutti al sicuro, anche se alcuni rimangono bloccati al confine polacco a causa delle restrizioni sui visti.

Il Senegal ha circa 70 cittadini in Ucraina, per lo più studenti. Per venire in loro aiuto, il ministero degli Esteri, in coordinamento con l’ambasciatore senegalese in Ucraina e Polonia, Papa Diop, ha mobilitato un’unità di crisi.

Secondo i dati ufficiali, in Ucraina sono presenti più di 76 mila studenti stranieri, il 20% dei quali proviene dal continente africano. Le università ucraine sono molto apprezzate dagli studenti del mondo arabo, soprattutto per gli studi di medicina e ingegneria. I marocchini costituiscono il contingente principale di studenti arabi insieme agli egiziani. Di solito risiedono in Ucraina almeno 12 mila marocchini, di cui 8 mila sono studenti. Ma 3 mila erano tornati prima dell’inizio dell’invasione russa, giovedì scorso, secondo il ministero degli Esteri di Rabat, grazie a voli speciali.

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