Africa, in Mali rapporti in crisi con i francesi

La situazione politica in Africa centro-occidentale va rapidamente mutando. Il contrasto al jihadismo che avanza, finora condotto in accordo con i francesi – che recentemente hanno coinvolto altri Paesi europei – è in difficoltà per i diversi colpi di stato militari che si stanno susseguendo.
Militari francesi lungo le strade di Timbuctù, in Mali, foto Ap.

Da qualche tempo ci sono problemi tra Mali e Francia: il 31 gennaio l’ambasciatore francese a Bamako, la capitale del Mali, è stato esortato a lasciare il Paese entro 72 ore, come conseguenza delle osservazioni espresse dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, che venerdì scorso aveva dichiarato a proposito del governo militare maliano: “Questa giunta è illegittima e intraprende azioni irresponsabili”. Un affronto senza precedenti, mai verificatosi dai tempi dell’indipendenza, più di 60 anni fa.

Le relazioni tra la Francia e la sua ex colonia sono tese fin da quando l’esercito maliano ha preso il potere a Bamako, nell’agosto 2020. A tre mesi dalle elezioni presidenziali in Francia, un ritiro delle truppe dal Mali appare un duro colpo per il governo francese. La Francia si è concessa due settimane per decidere il futuro della sua presenza militare in questo Stato africano, dopo nove anni di lotta anti-jihadista in cui era finalmente riuscita a coinvolgere i partner europei.

“La situazione non può rimanere così com’è. Entro metà febbraio lavoreremo con i nostri partner per vedere qual è l’evoluzione della nostra presenza sul posto… e pianificare un adattamento”, ha annunciato martedì il portavoce del governo francese, Gabriel Attal.

Anche la Francia e i suoi alleati europei sono allarmati dall’appello rivolto, secondo loro, dalla giunta maliana ai membri della magmatica compagnia mercenaria russa Wagner, ritenuta vicina al Cremlino. La giunta si ostina a negare che vi sia nel Paese un’ingerenza di Mosca.

La giunta militare che ha preso il potere con un colpo di stato qualche mese fa, vuole, come in Guinea, stabilirsi e restarci per sempre. Secondo gli occidentali e la Francia, i militari vogliono prendere le distanze dal governo democratico. Non avendo fretta di restituire il potere ai civili, negli ultimi mesi i golpisti hanno manifestato l’intenzione di resistere agli appelli di gran parte della comunità internazionale, compresi i vicini Paesi membri dell’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale).

Il 9 gennaio, l’Ecowas ha annunciato una serie di severe sanzioni contro il Mali a seguito della proposta del governo di transizione di un calendario che prevede di tenere le prossime elezioni “entro quattro anni”. Agli occhi dell’Ecowas, questa proposta equivale a consentire alla giunta militare, al potere da maggio 2021, di prolungare la sua presenza ai vertici del Paese per diversi anni. In risposta alle sanzioni internazionali, il Mali ha denunciato gli accordi militari esistenti tra il Mali e la Francia, e più in generale con i paesi europei: la giunta ha iniziato denunciando una violazione dello spazio aereo maliano da parte di un aereo militare francese, il 12 gennaio, poi è stata la volta di un rifiuto al sorvolo del territorio per un aereo tedesco il 20 gennaio, a seguire l’annuncio di una richiesta di “rilettura di alcuni accordi di cooperazione militare” da parte del presidente della giunta di transizione, Assimi Goïta.

Il Mali, ormai decisamente avviato ad un vero e proprio stallo con la Francia e le istituzioni internazionali, ha però affermato di non voler chiudere la porta al dialogo, sostenendo anche che i francesi sono sempre i benvenuti nel Paese. Strategia o reale volontà di mostrare buona fede da parte della giunta maliana al potere? Servirebbero le elezioni per rimettere in carreggiata il Mali ed evitare un effetto domino sugli altri Paesi della regione, già afflitti dal golpe in Guinea di qualche mese fa, dal golpe in Burkina Faso di pochi giorni fa e il tentativo fallito di colpo di stato, il 1 febbraio scorso, in Guinea Bissau. Cosa sta succedendo nell’Africa centro-occidentale?

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