Addio alla regina della Morna

Cesária Évora stava e resterà a Capoverde come la Makeba al Sudafrica.
Césaria E'vora

Cesária  Évora stava e resterà a Capoverde come la Makeba al Sud Africa. Se n’è andata anche lei, stremata da una carriera iniziata prestissimo nei bassifondi della natia Mindelo, e proseguita poi in accelerazione continua non appena l’Occidente, verso la fine degli anni Ottanta, s’era accorto di lei.

Aveva settant’anni e un fisico troppo abbondante per reggere al continuo girovagare che impone lo show-business; anche se la sua era la perfetta incarnazione di un mama Africa.

 

Una regina che s’esibiva a piedi scalzi, portando nel mondo i ritmi e le atmosfere suadenti della morna, la musica della sua terra, minuscolo arcipelago sperduto nell’Atlantico, di fronte alle coste del Senegal. Un mix di struggimenti e morbide solarità, figlio del fado portoghese e di ritmi africani, di echi carioca e di dolci colorazioni folk. Un’ipotesi di etno-pop esportata con successo dapprima in Francia e poi nel resto del mondo.

 

Una regina cresciuta in un orfanotrofio, e che poi altri travagli familiari avevano costretto ad abbandonare la passione della sua vita per un decennio. Poi, a quasi cinquant’anni, il successo, grazie alla struggente Sodade e a una decina di album attraversati da quell’inconfondibile, sinuoso alternarsi di dolcezza, malinconia e calore che era la cifra saliente del suo stile.

 

Uno stile amatissimo anche qui in Italia, al punto che recentemente era uscito un album contenente anche alcuni duetti con big della nostra scena come Morandi e la Vanoni; un album i cui proventi furono devoluti al Programma alimentare delle Nazioni Unite: perché Cesária non era soltanto una grandissima artista, ma anche un grande cuore aperto sui drammi, i sogni e le speranze di tutti i perdenti del pianeta. Il suo ultimo album Nha Sentimento risale al 2009, ma il suo capolavoro resta probabilmente Miss Perfumado che nel 1992 le aveva consentito l’ingresso nell’Olimpo dei grandi della world-music mondiale.

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