Acqua e fuoco, l’India profonda

Come avviene ogni sei anni, alla favorevole convergenza astrale tra Sagittario e Capricorno, la città di Allahabad, alla confluenza dei tre fiumi sacri dell’India del Nord – Gange, Yamuna e Saraswathi -, accoglie la più grande festa dell’immenso popolo indù, il Kumbh Mela. Un convenire di milioni di persone, nel periodo sacro di 42 giorni, che attira ogni sorta di predicatori e di santoni, di asceti e di ciarlatani. Quest’anno la festa vive della inedita preoccupazione ecologica per la salute dei tre fiumi, in particolare del Gange, la Madre di tutti i fiumi, che soffre delle incontrollabili emorragie d’acqua e delle devastazioni del fuoco. Proprio i due elementi naturali che esprimono più di ogni altro la straordinaria ricchezza della cultura religiosa indù. È il volto più tradizionale dell’India, rispetto a quello più innovativo della potenza economica che brucia le tappe e inonda i mercati.

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