Abruzzo, le novità della ricostruzione post sisma del 2016

Si apre alla sperimentazione delle comunità energetiche rinnovabili. Intanto per Teramo, si approvano, i lavori per la Cittadella della Carità
Comunità energetiche Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Novità in arrivo per l’Abruzzo nell’ambito della ricostruzione post Sisma 2009-2016. La regione più verde d’Europa, è infatti, una delle quattro regioni del Centro Italia (insieme a Lazio, Umbria e Marche, ndr. ) facenti parte delle zone colpite nel 2009 e 2016 da terremoto.

Tra i provvedimenti in fase di attuazione: la creazione di ulteriori tre comunità energetiche rinnovabili in tre comuni abruzzesi, uno dell’aquilano a Barisciano, uno del teramano a Civitella del Tronto e uno nel pescarese a Civitella Casanova.

La decisione, giunge in questi giorni dalla Cabina di coordinamento integrata, presieduta dal commissario per la Ricostruzione Guido Castelli, con il presidente della regione  Abruzzo Marco Marsilio. Tra gli altri provvedimenti presi, anche la creazione di una Cittadella della Carità a Teramo da collocare negli ex ambienti dell’Ospedale di Porta Romana e la definizione di linee guida destinate agli enti locali del cratere 2009-2016, per la realizzazione, appunto, di 22 Comunità energetiche rinnovabili (Cer) lungo l’Appennino centrale.

Le Cer coinvolgeranno 64 comuni del cratere ovvero oltre 4 mila privati, ma resteranno di priorità pubblica. Esse saranno finanziate attraverso i fondi del Piano Nazionale Complementare sisma 2009-2016 per 68 milioni e prevederanno la generazione di energia attraverso impianti in prevalenza fotovoltaici ma anche idroelettrici.

Queste linee guida operative, rappresentano in definitiva il passo successivo all’intesa raggiunta prima dell’estate, sempre in Cabina di coordinamento, sulla graduatoria del bando del Piano nazionale complementare sisma 2009-2016 ed un significativo passo in avanti nelle politiche energetiche locali dopo il via libera della Commissione europea al decreto del Mase. L’Appennino centrale, si conferma in tal modo, pioniere rispetto allo sviluppo di politiche tese alla sostenibilità ambientale ed energetica, soprattutto in vista della realizzazione concreta della strategia volta al rilancio economico e sociale delle regioni del Centro Italia.

Ma cosa sono le comunità energetiche rinnovabili? Sono vere e proprie associazioni di enti, imprese e cittadini che hanno l’obiettivo di costruire impianti atti a produrre e condividere energia pulita rinnovabile. Tra gli evidenti vantaggi, il fatto che, attraverso le Cer, i prezzi  diventano concorrenziali e si riducono le emissioni di CO2.

Il fenomeno in questi anni sta crescendo in modo esponenziale in Europa, tanto che si stima che nel 2050 queste comunità arriveranno a produrre il 45 per cento dell’elettricità rinnovabile, coinvolgendo 264 milioni di cittadini europei. E le prime comunità risalgono ai primi anni del XX secolo in Danimarca.

Tuttavia, anche in Italia uno dei primi progetti in tal senso, che ebbe la partecipazione dei cittadini per lo sviluppo sostenibile, sono stati nel 1921, nel comune di Funes nell’Alto Adige, con la Società Elettrica Santa Maddalena. Ancora oggi,  in questa zona, si produce energia da fonti rinnovabili usando impianti a biomassa, fotovoltaici e idroelettrici. L’energia prodotta in eccesso viene ceduta e si reinvestono i ricavi in progetti legati al territorio. Attualmente si contano in Italia 21 comunità energetiche tra Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. E nel futuro prossimo se ne doterà anche l’Abruzzo.

Intanto, dicevamo, a Teramo, altro progetto approvato dalla Cabina di coordinamento del Sisma ha riguardato  la costruzione della Cittadella della Carità. «Un’opera molto sentita dal vescovo di Teramo Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi, e sarà a servizio delle fasce più deboli della popolazione» ha detto il presidente di Regione Marco Marsili. La struttura destinata ad ospitare la Caritas Diocesana, sorgerà nel luogo del vecchio Ospedale di Porta Romana di proprietà dell’Asl. Rimasto danneggiato dal sisma, i lavori di adeguamento sismico di 10 milioni di euro, prevederanno un centro d’ascolto, una mensa, l’emporio sociale e un dormitorio.  Servizio, quest’ultimo, finora mai attivato.

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