A proposito di Steve Jobs

Una lettrice commenta: «La creazione di nuovi bisogni, come ha fatto il genio della Apple, alimenta il consumismo?». La risposta di Luigino Bruni
Steve Jobs con l'iPad

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Ho letto l’articolo di Luigino Bruni che parla di Steve Jobs…e sono rimasta un po’ perplessa.  Senz’altro nell’articolo viene messo in luce il positivo ed ho pensato che chi lo ha scritto deve avere l’occhio molto allenato a trovare il positivo, per riuscire a tracciare un così bel profilo del personaggio. Mi è piaciuta questa visione.

 

Tuttavia il punto 2, cioè la parte che riguarda la genialità dell’imprenditore che crea i bisogni prima che vengano percepiti mi ha lasciato un po’ di stucco: non è il consumismo che crea bisogni inesistenti e fa sentire come necessità cose non necessarie?

L’autore dice che nessuno sentiva il bisogno dell’IPad o dell’Iphone…è vero e, sinceramente, non mi sembra che averli abbia realmente migliorato le condizioni di vita di chi li possiede. Piuttosto mi pare che tutte queste innovazioni tecnologiche siano  di ostacolo alla convivenza umana ed alla fraternità in quanto, anche solo per un uso sbagliato, isolano di fatto  l’uomo dagli altri e lo rendono sempre più solo e scontento, attirato sempre più in basso da un vortice di insoddisfazione e ricerca spasmodica di nuovi spiragli di luce nel buio della sua solitaria esistenza.  

Indietro, certamente, non si torna, per cui è inutile auspicare nostalgicamente il ritorno ad una società meno tecnologica  e con più contatti umani reali e non virtuali; bisogna calarsi nella realtà attuale e cercare di vivificarla dall’interno, però esaltare il genio di Jobs per aver ideato Ipad ed Iphone mi pare troppo. Voi che ne dite?

 

Luisa Rendina

 

Risponde Luigino Bruni

 

Gentile signora grazie per la sua lettera. In effetti il suo ragionamento ha una sua coerenza ed è plausibile. Su due punti le nostre visioni sono diverse. Non credo che l’imprenditore innovatore sia di per sé un produttore di consumismo. Migliorare ed arricchire la gamma dei beni a disposizione della gente è normalmente crescita in civiltà a meno che non si tratti di mine anti-uomo o titoli tossici. Ma – e vengo al secondo punto – io non credo che l’ipad o l’iphone appartengono a tali prodotti contro la persona, anzi sono convinto che se bene usati aumentino libertà uguaglianza e anche fraternità (basti pensare al ruolo dei new media nelle recente primavera araba). Siamo poi sicuri che siano stati questi prodotti ad aumentare le solitudini e non siano invece strumenti nuovi di incontro specialmente tra i giovani?

 

 

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