Quando era vivo, papa Francesco lo chiamava ogni giorno, per avere aggiornamenti sui bombardamenti israeliani su Gaza. E alla fine anche padre Gabriele Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia, è finito all’ospedale con una gamba lesionata a causa di due bombe lanciate dall’esercito israeliano. La giustificazione – questa volta (già nel 2023 avevano sparato sulla folla radunata nel cortile della parrocchia) – è stata quella di “un errore di tiro“.
Difficile, del resto, accampare quella di nascondere terroristi di Hamas, scusa usata finora per distruggere scuole, ospedali e case dei palestinesi, spesso con i loro abitanti all’interno. I bombardamenti nei dintorni della parrocchia, del resto, avvenivano da giorni. E i fedeli, preoccupatissimi, si erano radunati in circa 500 all’interno della Chiesa sperando – erroneamente, visti i fatti – di essere al sicuro almeno in quel luogo sacro.

Padre Gabriele Romanelli, parroco della Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, foto tratta dal suo profilo Facebook e rilanciata da Ansa Foto.
Nel corso del bombardamento sono morte tre persone e ne sono rimaste ferite diverse, tra cui don Romanelli. Fuori dalla chiesa, sono morti sotto i bombardamenti anche decine di palestinesi.
In Cisgiordania, dall’altra parte della Palestina, è stato invece attaccato dai coloni israeliani il villaggio cristiano di Taybeh, con assalti, incendi e altre violenze. Gli abitanti hanno chiesto aiuto, facendo anche delle processioni per chiedere la pace, ma è stato finora inutile. I coloni israeliani, appoggiati dall’esercito, stanno cercando di far fuggire gli abitanti del villaggio.
Tornando al bombardamento di questa mattina sulla chiesa della Sacra Famiglia, la notizia è stata diffusa dal patriarcato latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha informato anche Leone XIV. Il papa in un telegramma si è detto “profondamente addolorato nell’apprendere della perdita di vite umane e dei feriti causati dall’attacco militare alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza e assicura al parroco, padre Gabriele Romanelli, e a tutta la comunità parrocchiale la sua vicinanza spirituale”. Leone XIV “rinnova il suo appello per un cessate il fuoco immediato ed esprime la sua profonda speranza per il dialogo, la riconciliazione e una pace duratura nella regione“. La CEI, guidata dal cardinale Matteo Zuppi, ha condannato “fermamente le violenze che continuano a seminare distruzione e morte tra la popolazione della Striscia, duramente provata da mesi di guerra” ed ha rivolto “un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace“.

Gaza dopo i bombardamenti israeliani. Foto Ansa EPA/HAITHAM IMAD
Durissime le parole del cardinale Baldassarre Reina, vicario generale del papa. “La strategia israeliana – ha scritto in una nota la diocesi – non ha risparmiato neanche la Parrocchia latina della Sacra Famiglia. La Diocesi di Roma, invocando il dono della Pace per quella terra martoriata e continuando a chiedere la liberazione degli ostaggi, si stringe in preghiera per le vittime, esprime la propria solidarietà alle loro famiglie e invoca la conversione dei carnefici. Dopo 600 giorni di guerra e oltre 60mila morti palestinesi, la comunità internazionale ha l’obbligo di adottare tutte le misure diplomatiche per arrestare questo assurdo e deplorevole bagno di sangue“.
Nel pomeriggio, sul sito del Patriarcato latino di Gerusalemme è stata pubblicata una nota in cui sono stati spiegati i fatti. “Questa mattina, alle 10.20 circa, il complesso della Sacra Famiglia di Gaza, appartenente al Patriarcato Latino, è stato colpito dall’esercito israeliano. A partire da questa ora, tre individui hanno perso la vita a causa delle ferite riportate e altre nove sono state ferite, tra cui una in condizioni critiche e due in gravi condizioni. Il parroco della comunità, padre Gabriel Romanelli, ha subito lievi ferite”. Le persone che si erano rifugiate nella chiesa speravano che gli orrori della guerra risparmiassero le loro vite “dopo che le loro case, i loro beni e la loro dignità erano già stati spogliati”. Il Patriarcato ha sottolineato che questa tragedia non è più grande o più terribile di quanto hanno vissuto molti altri a Gaza. “Molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi. Morte, sofferenza e distruzione sono ovunque. È giunto il momento per i leader di alzare la voce e di fare tutto ciò che è necessario per fermare questa tragedia che è umanamente e moralmente ingiustificata. Questa terribile guerra deve finire completamente, in modo che possiamo iniziare il lungo lavoro di ripristino della dignità umana”.

La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni.
ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
La presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha pubblicato subito un post su X (ex Twitter): “I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta portando avanti da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”.
Eppure, finora nessuna sanzione, nessun provvedimento serio ed efficace è stato adottato nei confronti dello Stato di Israele. Le condizioni dei civili a Gaza sono insostenibili: manca elettricità, cibo, acqua, carburante… Manca tutto. Finanche il latte in polvere per i neonati, che stanno letteralmente morendo di fame.
Un mese fa, in un’intervista a Rainews 24, il cardinale Pizzaballa aveva affermato che la situazione a Gaza era “disastrosa, drammatica e disumana”.

Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. Foto Ansa, EPA/ABIR SULTAN EPA
Il governo israeliano guidato dal premier Benjamin Netanyahu ha anche deciso di vietare, ai palestinesi, di accedere al loro mare. Vietato pescare, bagnarsi, lavarsi. La vita si sta spegnendo, a Gaza, per lasciare il posto ai mega resort progettati da Netanyahu e dal presidente statunitense Trump, con l’appoggio di una lunga serie di aziende internazionali, come svelato dal rapporto di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati dagli israeliani, che per questo è stata sottoposta a sanzioni dal governo americano. Sanzioni applicate non a chi uccide ogni giorno i bambini e altri civili, ma dirette a chi denuncia i crimini commessi.

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, e quello di Israele, Benjamin Netanyahu. Ansa, EPA/SHAWN THEW
Fino a quando, in Italia e in Europa, continueremo ad assistere a queste stragi senza prendere provvedimenti seri ed efficaci?