Il governo federale degli Stati Uniti e quello della Nigeria hanno annunciato un accordo per rientrare rapidamente circa 52,88 milioni di dollari di proventi confiscati e derivanti da attività di corruzione. Secondo una dichiarazione del Dipartimento di Stato americano, il 10 gennaio è stato firmato un accordo in tal senso tra i due Paesi.
Gli Stati Uniti restituiranno alla Nigeria la cifra, pari a 34 miliardi di franchi Cfa, derivante da beni confiscati a Diezani Alison-Madueke, ex ministra nigeriana del petrolio (2010-2015), ed a suoi collaboratori. Si tratta di un passo importante nella collaborazione in corso tra Nigeria e Stati Uniti per combattere la corruzione e recuperare beni sottratti allo Stato.
I fondi provengono dalle tangenti pagate tra il 2011 e il 2015 da due imprenditori nigeriani, Kolawole Akanni Aluko e Olajide Omokore, all’allora ministra Alison-Madueke in cambio di lucrosi contratti petroliferi.
Il caso, iniziato diversi anni fa, è stato risolto nel 2023 grazie alla Kleptocracy Asset Recovery Initiative (Recupero di beni frutto di corruzione), del Dipartimento di Giustizia statunitense.
La sezione antiriciclaggio e recupero beni del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, l’unità anti-corruzione internazionale dell’FBI e l’Internal Revenue Service-Criminal Investigation hanno sequestrato con successo diversi beni di alto valore, tra cui il superyacht Galactica Star e immobili di pregio in California e a New York City. Secondo alcune fonti, altri asset sarebbero domiciliati in Europa, in particolare nel Regno Unito.
Secondo altre fonti, l’Agenzia anticorruzione nigeriana ha nel frattempo ottenuto da un tribunale nigeriano un’ordinanza per il sequestro di proprietà (case, automobili e gioielli) che si trovano in Nigeria, presumibilmente frutto di corruzione legata a Alison-Madueke, che è stata descritta come una figura di spicco sotto il regime dell’ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan.
Si tratta della prima restituzione di beni legati all’ex ministra, prima donna a presiedere l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec). Questo caso mette in luce la corruzione presente in vari settori del Paese, dalla politica all’economia.
È opportuno sottolineare che le autorità nigeriane hanno svolto un ruolo fondamentale nel fornire le informazioni che hanno consentito la conclusione positiva delle indagini americane. “Questo accordo riconosce la forte relazione tra Stati Uniti e Nigeria in materia di applicazione della legge, nonché l’assistenza vitale che la Nigeria ha fornito nell’aiutare a confiscare milioni di dollari di proventi da corruzione”, ha affermato Brent S. Wible, procuratore generale aggiunto principale per il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Dei fondi da rimpatriare, 50 milioni di dollari saranno destinati ai programmi di elettrificazione rurale in Nigeria, mentre i restanti 2,88 milioni di dollari saranno forniti come sovvenzione all’International Institute for Justice, per sostenere lo stato di diritto e le operazioni antiterrorismo.
Il governo federale della Nigeria resta impegnato a promuovere la responsabilità e la buona governance, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta alla corruzione. Secondo la Commissione per i crimini economici e finanziari (Efcc), la Nigeria perde ogni anno oltre 50 miliardi di naira (circa 32,2 milioni di dollari) attraverso flussi finanziari illeciti. Il governo sta intensificando gli sforzi e collaborando con partner internazionali per recuperare i fondi sottratti.
I beni rimpatriati rappresentano un investimento condiviso nello sviluppo della Nigeria, rafforzando il duraturo partenariato tra i due Paesi. Entrambi i governi ribadiscono il loro impegno per la trasparenza e l’uso responsabile dei beni recuperati a beneficio del popolo nigeriano. Nel novembre 2022, gli Stati Uniti avevano restituito 23 milioni di dollari rubati dall’ex capo militare, il generale Sani Abacha, mentre altri 311,8 milioni di dollari erano già stati trasferiti da Washington alla Nigeria nel 2019.
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