4 ottobre, la conversione ecologica integrale presa sul serio

Nel giorno della festa di san Francesco la settimana di Città Nuova propone un percorso concreto in Italia nel solco della Laudato Si’ dall’economia libera dalla guerra del Sulcis Iglesiente alla difesa dell’acqua bene comune in Veneto segnato dall’inquinamento da Pfas
Illustrazione di Sean Scaccia

Il papa venuto dalla “fine del mondo” come ha detto nel suo primo intervento appena eletto nel 2013, si trova ora da solo a invitare, nell’Angelus del 2 ottobre da piazza San Pietro, una umanità smarrita, a prendere coscienza di trovarsi davanti all’abisso della guerra nucleare, la “fine del mondo”, in cui può sfociare il conflitto in corso in Ucraina dopo l’invasione russa del 24 febbraio.

L’umanità intera ha bisogno di silenziare il rumore di fondo che la disorienta e distrae per ascoltare questa invocazione insistente alla pace continuamente minacciata da quelle scelte strutturali in campo economico e politico che compromettono l’esistenza stessa della vita sulla Terra come indicato, senza mezze misure, nell’enciclica Laudato Si’ del 2015. Non a caso essa porta il nome di quel Cantico delle creature nato da Francesco d’Assisi, come narrano le cronache, nel pieno della sofferenza fisica e morale per l’opposizione dei frati stessi alla sua radicale proposta di vita evangelica.

Nel giorno della festa di san Francesco cerchiamo, perciò, come Città Nuova di cogliere e mettere in evidenza i segni credibili di una conversione ecologica integrale che non possiamo più rinviare.

Partiremo perciò alle 17, nel segno di “frate sole, frate vento e madre terra”, collegandoci con la Sardegna che rappresenta il caso originale di un territorio che può raggiungere l’autonomia energetica da fonti rinnovabili, come dimostra il fiorire di esperienze di  comunità energetiche in diversi comuni.

Una prospettiva concreta e auspicabile che è, tuttavia, ostacolata da scelte strutturali che conducono al ricatto occupazionale da parte di attività produttive nocive come quella delle armi presenti nel distretto produttivo del Sulcis Iglesiente. Uno scenario che si vuole imporre in un’area un tempo legata alla produzione mineraria del carbone ma che vede un movimento dal basso, come il Comitato riconversione Rwm, è impegnato da tempo non solo a dire di “No” all’invio di armi nei Paesi in guerra e non solo.

Dalla ricchezza e costanza del tessuto associativo è nata, infatti, grazie a legami internazionali con la chiesa evangelica tedesca, una nuova filiera di produzioni “war free” con tanto di marchio registrato su scala mondiale come esempio di economia disarmata e cioè libera dalla guerra e da ogni sfruttamento.  Si tratta di un caso esemplare, comprensibile a livello universale, di conversione ecologica integrale sostenuto anche da esperti e docenti dell’Università di Cagliari e dai movimenti e associazioni di varia estrazione e da sempre in prima fila nella difesa dell’ambiente.

Cercheremo di leggere questo percorso in atto come esempio di un’autentica economia di Francesco nel contesto geopolitico della lotta per le risorse che riducono il nostro mondo ad una “Terra di conquista”, come si intitola il testo, edito da Città nuova, di Maurizio Simoncelli, cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio disarmo.

Alle 21 ci collegheremo invece dal Veneto sempre a partire dal nodo della gestione dei beni comuni e la sfida delle risorse a partire da “Sorella acqua”, rimanendo nel cantico di Francesco.

Oltre ad una visione complessiva offerta da Luca Fiorani, esperto scienziato, autore per Città Nuova di numerose pubblicazioni tra cui “Happy Planet”, faremo il punto su un caso anche qui concreto e paradigmatico e cioè l’inquinamento delle falde acquifere da Pfas su un’area estesa del Veneto causata dalla gestione irresponsabile di un sito industriale nel territorio vicentino.

Ne parleremo con alcune rappresentanti dell’originale movimento delle mamme noPfas e con alcuni esponenti dell’associazione Monastero del bene comune di Sezano, a Verona, nata grazie all’iniziativa, accolta e promossa dai religiosi dell’ordine dei Stimmatini, di riflessione e impegno sul valore dell’acqua come bene comune sempre più in pericolo.

La questione Pfas permette di evidenziare e collegare altre realtà sulla necessità degli investimenti sulle bonifiche dei tanti siti contaminati in Italia da un’idea di sviluppo che ha prodotto profitti per pochi e scaricato i costi sulla collettività. Il tema ci permette di affrontare il problema epocale della scarsità idrica e la gestione dei beni comuni. Un percorso nel segno di Francesco.

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