L’Europa e la norma sugli imballaggi. Il no dell’Italia

Ue, dopo l’ok dalla Commissione e dal Parlamento, arriva il via libera anche dal Consiglio Europeo. Obiettivi comuni sul monouso e riuso. Ma l’Italia è l’unica a votare contro

Meno rifiuti e imballaggi più green. L’Unione Europea dà un altro via libera sulla sostenibilità. Ma l’Italia non ci sta e vota contro al Consiglio Ambiente del 18 dicembre scorso, unico Paese Ue contrario sulla proposta di regolamento della Commissione europea sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

Dopo la Commissione e il Parlamento Europeo dunque anche il Consiglio Ue si è espresso in maniera favorevole e nel nuovo anno inizierà il negoziato per il testo definitivo. Le regole appena votate consentono di ridurre i rifiuti da imballaggio, ponendo obiettivi nel riutilizzo e limitando alcuni tipi di monouso ad esempio per frutta e verdura, alimenti e bevande, condimenti, salse o per piccoli prodotti cosmetici.

Il voto del Consiglio Ue è l’ultimo tassello di un percorso partito più di un anno fa con la proposta della Commissione Ue di un regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation) per riformare la normativa Ue e spingere i Paesi membri su riduzione del monouso e riuso, con obiettivi migliori sul riciclo.

L’Italia aveva dato parere favorevole il 22 novembre scorso al Parlamento Ue con alcune deroghe per il riciclo. Ma il 18 dicembre è arrivato il voto contrario. Il nostro Paese è leader in Europa nel settore del riciclo. Al Consiglio Europeo invece ha prevalso la linea della Germania e dei Paesi nordici nei quali il riuso è più diffuso del riciclo.

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha spiegato di avere votato contro perché il testo «non soddisfa assolutamente quelle che sono le esigenze del nostro Paese che ha il 56,5% di raccolta differenziata, il resto d’Europa è su una media del 48%». Il ministro italiano ha chiesto «alcune modifiche su tre articoli: uno è quello che riguarda i cosiddetti compostabili e dove chiedevamo una proroga di qualche anno per dare la possibilità tecnica di adeguarsi e questo non è avvenuto». La seconda richiesta riguardava una deroga nei parametri al riuso là dove il riciclo raggiunge oltre il 75-80%. E la terza richiesta interessava l’articolo sul riutilizzo e la ricarica «dove è stata accolta una proposta della Germania − afferma Fratin − che riguarda il settore del beverage a favore delle grandi imprese e non le caratteristiche di un mercato di una realtà come quella italiana, dove la struttura è essenzialmente di Pmi».

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