L’Europa per la ricostruzione sostenibile dell’Ucraina

L’Unione europea e l’Ucraina delineano piani per una ricostruzione sostenibile dopo la guerra
Volodymyr Zelenskyy e Ursula von der Leyen (AP Photo/Efrem Lukatsky)

L’Unione europea (Ue) intende sostenere l’Ucraina nella ricostruzione postbellica sulla base della sostenibilità ambientale, con finanziamenti mirati ma anche offrendo capacità tecnica e legislativa. Infatti, oltre a sostenere la prospettiva europea dell’Ucraina, una ripresa e una ricostruzione sostenibili sono essenziali per garantire la prosperità dell’Ucraina, l’autonomia delle risorse e la qualità della vita degli ucraini quando la guerra finirà.

Durante una visita in Ucraina, nel febbraio 2023, i membri della Commissione europea hanno discusso con il governo ucraino del sostegno dell’Ue per aiutare l’Ucraina a ricostruire le sue città in modo di alta qualità, sostenibile e inclusivo con la comunità del Nuovo Bauhaus europeo. Ciò ha portato all’iniziativa PHOENIX, una combinazione di programmi della Commissione europea, mirati a sostenere i politici e la società civile ucraini per una ripresa verde.

I danni ambientali derivanti dalla guerra della Russia contro l’Ucraina comportano conseguenze devastanti per le infrastrutture essenziali, le risorse naturali, gli ecosistemi critici e la salute, i mezzi di sussistenza e la sicurezza delle persone. Secondo la Commissione europea, una ripresa verde potrebbe porre rimedio a tale danno e avviare l’Ucraina su un nuovo percorso di sostenibilità ambientale e sociale. La Commissione europea sta aiutando l’Ucraina ad allineare le proprie leggi ambientali con quelle dell’UE e a costruire strutture amministrative per far rispettare e attuare questo quadro normativo.

Finora, la Commissione europea ha stimato che la guerra ha provocato molti danni all’ambiente e alle infrastrutture ambientali: oltre 52 miliardi di euro di danni complessivi, 497 strutture di gestione dell’acqua danneggiate o distrutte, oltre 1,4 miliardi di euro di danni nel settore forestale, il 20% delle aree protette è minacciato. A questo si aggiunge una devastazione ambientale derivante dalla distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka, il peggior disastro causato dall’uomo dall’incidente di Chernobyl. Inoltre, l’Ucraina è oggi il paese più minato al mondo.

La Commissione europea ha adottato il pacchetto di allargamento del 2023, in cui la ha raccomandato l’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina. Il governo ucraino, inoltre, è pronto a proporre entro la fine di quest’anno un piano complessivo di ripresa e ripristino, strettamente legato allo strumento da 50 miliardi di euro per l’Ucraina proposto dalla Commissione europea e ora in fase di adozione. Con tale strumento, proposto nel giugno di quest’anno per il periodo 2024-2027, l’Ue aiuterà l’Ucraina a ricostruire le sue infrastrutture, garantendo allo stesso tempo che la sostenibilità ambientale sia presa in considerazione negli investimenti futuri.

Al Consiglio europeo, dopo che l’Ungheria ha ritirato il proprio veto sull’apertura dei negoziati di adesione dell’Ucraina e della Moldova all’Ue, il leader ungherese Viktor Orban ha però posto poi il veto sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale e, quindi, di fatto, sull’erogazione di nuovi fondi europei all’Ucraina, finché non vengano sbloccati i 32 miliardi di euro di fondi europei destinati al proprio paese. Pertanto, i 17 miliardi di euro che dal bilancio europeo avrebbero dovuto contribuire ai 50 miliardi dello strumento per l’Ucraina restano solo sulla carta.

Secondo Virginijus Sinkevičius, commissario europeo all’ambiente e gli oceani, «in questo periodo di guerra, gli ucraini devono avere la possibilità di guardare avanti verso un futuro migliore, un futuro di pace, prosperità duratura e alta qualità della vita». Egli ritiene tutto ciò una dimostrazione «ai leader politici e alle imprese ucraine che l’Ue è pronta a sostenere l’Ucraina nella ricostruzione migliore con finanziamenti e capacità tecnica e legislativa» e che vuole «aiutare l’Ucraina a riprendersi dall’impatto devastante della guerra e a ricostruire in piena armonia con i principi di sostenibilità».

Gli fa eco Wopke Hoekstra, commissario europeo per l’azione per il clima, che osserva che «con una guerra in corso, pensare alla sostenibilità e al cambiamento climatico non è la prima priorità». Eppure, è da notare «fin dall’inizio l’Ucraina abbia continuato a concentrarsi sul suo futuro a lungo termine, sulla transizione verde e sul suo potenziale come partner energetico per l’Ue». Per questo, è responsabilità dell’Ue «nei confronti delle prossime generazioni lavorare insieme per ricostruire l’Ucraina in modo sostenibile».

Anche mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina e presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE), esprime a nome dei vescovi dell’Ue le congratulazioni all’Ucraina e alla Moldova «per le storiche decisioni prese dal Consiglio europeo sull’apertura dei negoziati di adesione all’Ue, nonché con la Georgia per aver ottenuto lo status di Paese candidato». Egli osserva che tali decisioni «sono un forte messaggio di speranza per i cittadini dei Paesi che aspirano a una futura adesione all’Ue, che da tempo attendono questo momento con fede, sopportando difficoltà e sacrifici». Inoltre, egli rileva che, «in vista del completamento dell’Unione Europea, una riuscita integrazione nell’UE dei Balcani occidentali e dei paesi dell’Europa orientale è di importanza strategica per la stabilità, la prosperità e la pace nel continente europeo».

La guerra in Ucraina continua ad essere la principale preoccupazione degli europei. Infatti, secondo un sondaggio di Eurobarometro, il 28% degli europei ritiene che da un lato l’immigrazione e dall’altro la guerra in Ucraina siano due tra le questioni più importanti che l’Ue si trova ad affrontare. Inoltre, il 57% degli intervistati si dice soddisfatta della risposta dell’Ue all’invasione russa dell’Ucraina, mentre il 54% degli europei esprime identica soddisfazione per quanto riguarda la risposta del proprio governo nazionale.

Il sostegno per una serie di azioni intraprese in risposta all’invasione russa dell’Ucraina rimane molto elevato anche su altri ambiti specifici. L’89% degli intervistati si esprimono positivamente sulla fornitura di sostegno umanitario alle persone colpite dalla guerra e l’84% vedono con favore l’accoglienza nell’Ue delle persone in fuga dalla guerra. Ancora, il 72% è a favore della fornitura di sostegno finanziario all’Ucraina. La stessa percentuale appoggia le sanzioni economiche nei confronti del governo, delle imprese e dei singoli cittadini della Russia. Ancora, il 61% degli intervistati approvano la concessione all’Ucraina dello status di paese candidato all’adesione all’Ue e il 60% sostiene il finanziamento dell’Ue per l’acquisto e la fornitura di attrezzature militari all’Ucraina.

Il 100° sondaggio Eurobarometro standard è stato condotto tra il 23 ottobre e il 15 novembre 2023 nei 27 Stati membri dell’Ue e sono stati intervistati di persona 26.471 cittadini europei.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons