Il ruolo di donne, laici e comunità nella Relazione di Sintesi del Sinodo

Al termine della prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi 2023, sono molti i punti e gli ambiti di dialogo in base a cui è stata stesa la Relazione finale. Ne prendiamo in considerazione alcuni.
(ph Lapresse)

«Piuttosto che dire che la Chiesa ha una missione, affermiamo che la Chiesa è missione. “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi” (Gv 20, 21): la Chiesa riceve da Cristo, l’Inviato del Padre, la propria missione». Sono le parole contenute nel testo della Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in cui sono raccolti gli elementi principali emersi nei giorni di confronto e dialogo. Il testo, approvato a larghissima maggioranza in tutti i suoi paragrafi e strutturato in tre parti, presenta una lettura della realtà presente con alcune sottolineature importanti e tracce per il futuro.

Nella Chiesa sinodale, «i sacramenti dell’iniziazione cristiana conferiscono a tutti i discepoli di Gesù la responsabilità della missione della Chiesa. Laici e laiche, consacrate e consacrati, e ministri ordinati hanno pari dignità». In questo contesto, si parla del ruolo dei laici: «I fedeli laici contribuiscono in modo vitale a realizzarla in tutti gli ambienti e nelle situazioni più ordinarie di ogni giorno. Là dove sono presenti, essi sono chiamati a testimoniare Gesù Cristo nella vita quotidiana e a condividere esplicitamente la fede con altri. In particolare i giovani, con i loro doni e le loro fragilità, mentre crescono nell’amicizia con Gesù, si fanno apostoli del Vangelo tra i loro coetanei».

È importante, quindi, valorizzarli ma occorre fare attenzione a non clericalizzarli. «I carismi dei laici devono essere fatti emergere, riconosciuti e valorizzati a pieno titolo. In alcune situazioni può capitare che siano chiamati a supplire alla carenza di sacerdoti, con il rischio che il carattere propriamente laicale del loro apostolato risulti sminuito. In altri contesti, può accadere che i presbiteri facciano tutto e i laici vengano ignorati o sottoutilizzati».

L’Assemblea sinodale è stata per tutti una forte esperienza dello Spirito Santo, che guida la Chiesa e apre cammini inediti, occasione nella quale, scrivono i partecipanti, «abbiamo sperimentato la bellezza della reciprocità tra donne e uomini».

Particolarmente interessante la riflessione sul ruolo delle donne, con la richiesta di un loro un maggiore riconoscimento e crescita delle responsabilità pastorali loro affidate: «Le donne costituiscono la maggioranza di coloro che frequentano le chiese e sono spesso le prime missionarie della fede in famiglia. Le consacrate, nella vita contemplativa e in quella apostolica, costituiscono un dono, un segno e una testimonianza di fondamentale importanza in mezzo a noi. La lunga storia di donne missionarie, sante, teologhe e mistiche è una potente sorgente di ispirazione e nutrimento per le donne e gli uomini del nostro tempo».

Sull’acceso delle donne al ministero diaconale, invece, «sono state espresse posizioni diverse». «Alcuni considerano che questo passo sarebbe inaccettabile in quanto in discontinuità con la Tradizione», si legge nel testo: «Per altri, invece, concedere alle donne l’accesso al diaconato ripristinerebbe una pratica della Chiesa delle origini. Altri ancora discernono in questo passo una risposta appropriata e necessaria ai segni dei tempi, fedele alla Tradizione e capace di trovare eco nel cuore di molti che cercano una rinnovata vitalità ed energia nella Chiesa. Alcuni esprimono il timore che questa richiesta sia espressione di una pericolosa confusione antropologica, accogliendo la quale la Chiesa si allineerebbe allo spirito del tempo».

Si è parlato anche delle aggregazioni laicali, «segno prezioso della maturazione della corresponsabilità di tutti i battezzati». «Il loro valore risiede nella promozione della comunione tra le diverse vocazioni, nello slancio con cui annunciano il Vangelo, nella prossimità a coloro che vivono una marginalità economica o sociale e nell’impegno per la promozione del bene comune. Sono spesso modelli di comunione sinodale e di partecipazione in vista della missione».

È importante, quindi, esaminare come «le associazioni laicali, i movimenti ecclesiali e le nuove comunità possano mettere i loro carismi a servizio della comunione e missione nelle Chiese locali, contribuendo a far progredire verso santità grazie a una presenza che è profetica».

Numerosi sono stati gli ambiti di confronto e di dialogo riposti nel testo della Relazione, dalla formazione all’affettività, diverse le questioni aperte, sulle quali ci sarà spazio di approfondimento e di confronto nell’anno che verrà e che preparerà all’ultima fase del processo sinodale, che si svolgerà nel 2024. La Relazione di sintesi aiuterà a percorrere questo cammino, a cogliere i piccoli semi di futuro per farli maturare alla luce dello Spirito Santo.

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