Sinodo, un cammino iniziato col Concilio

Il prete-giornalista Vito Magno pubblica un libro sulla Conversione sinodale, in un’epoca che nella Chiesa cattolica vuol “far passare” il percorso ecclesiale dalla collegialità alla sinodalità
Sinodo vito magno
Foto Vatican Media/LaPresse

Vito Magno, nella sua lunghissima carriera – 50 anni! − dalla sua postazione al comando della rivista Rogate Ergo, dei rogazionisti, ha visto passare il grande fiume della Chiesa cattolica, talvolta troppo impetuoso, talaltra troppo calmo, ma sempre comunque in movimento. Sacerdote dedito alla sveglia o al risveglio delle vocazioni a una vita consacrata, da sempre portato al giornalismo, Vito Magno è sempre stato presente nel lungo capitolo del post-concilio, da Giovanni XXIII a papa Francesco, come testimoniano le 54 interviste da cui è stato tratto questo volume prezioso e ricco di idee, prospettive e aneddoti che ne rendono la lettura oltremodo facile e appassionante.

Sinodo vito magno

Ospiti del rettore della Lumsa, Francesco Bonini, il libro Conversione sinodale: incontri coi protagonisti della Chiesa postconciliare, edito dalla San Paolo, ha suscitato le riflessioni assai legate all’attualità di alcuni tra i maggiori esponenti della cattolicità odierna, sia pensante che operante: il cardinale maltese Prosper Grech, che come si sa è alla guida del complesso processo di sinodalità che sta attraversando la Chiesa cattolica, che si appresta a un ampio dibattito proprio sulla dimensione del “cammino comune” (sun-odos) in cui decine di milioni di fedeli cattolici in tutto il mondo sono impegnati in questo momento; Margaret Karram, alla guida di un Movimento come quello dei Focolari, che ha fatto dell’unità e del suo servizio nella e oltre la Chiesa cattolica il suo verbo; lo storico Giovagnoli, noto esponente della Comunità di Sant’Egidio, professore di storia contemporanea alla Cattolica di Milano; e il teologo Armando Matteo, che ha firmato la post-fazione del volume di Vito Magno dalla sua postazione vaticana, al dicastero per la Dottrina della fede; un bouquet di personalità che hanno percorso le tante interviste raccolte da Vito Magno con la “santa curiosità” di capire quel che lo Spirito ha chiesto in questi anni alla Chiesa cattolica.

Dal già presidente della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, all’ambasciatore di papa Giovanni Paolo II, Roger Etchegaray; dal regista Ermano Olmi all’allora cardinal Joseph Ratzinger; dalle menti “ribelli” di Arturo Paoli e Alex Zanotelli alle menti “ortodosse” di Eduardo Pironio a Jean-Marie Lustiger; da leader di Movimenti ecclesiali quali Chiara Lubich, Kiko Arguello, Andrea Riccardi e Luigi Giussani, a personalità libere quali Helder Camara, Carlo Carretto e David Maria Turoldo; da artisti quali Riccardo Muti, Ennio Morricone e Mario Luzi a protagonisti della vita politica quali Massimo Cacciari, Ettore Bernabei e Gian Carlo Caselli… Vito Magno dimostra con questa sua fatica antologica la grandezza del giornalismo che sa farsi canale, del cronista che sa scomparire per lasciar spazio alla realtà, dell’intervistatore che, con garbo e intelligenza, sa trarre dai suoi interlocutori felici sintesi del cammino dell’umanità.

Tra le note colte al volo dalle parole di coloro che hanno presentato il libro, alcune meritano di essere riportate: così il card. Grech ha sottolineato come «la sinodalità è la responsabilità di ogni battezzato nella Chiesa», ma «assieme alla comunità nella quale vive», fustigando con Helder Camara quei «preti che operano da soli». Margaret Karram, con la sua presenza in un panel al solito di soli uomini, moderati con attenzione e competenza dal coordinatore dei media vaticani, Andrea Tornielli, ha sottolineato quanto nel cammino sinodale sia determinante la presenza ecclesiale femminile, ed ha ripreso il forte pensiero di Chiara Lubich sulla Mulieris Dignitatem: «Non si tratta di pretendere una qualsivoglia parità, quanto di creare quello spazio ecclesiale nella quale la donna possa esprimersi con la sua peculiarità della “potenza d’amare”».

Da parte sua, Agostino Giovagnoli ha voluto con forza ridichiarare che il cammino sinodale “è” il cammino conciliare: «Il filo conduttore del prossimo sinodo è quello del Concilio e della sua recezione, che pur c’è stata, anche se non ancora completata». Infine, mons. Armando Matteo ha affermato che «convertirsi sinodalmente significa operare in modo comunionale, cercando convergenze sempre maggiori, sempre più operative e ricche di speranza».

Non pochi nella Chiesa cattolica che si appresta a “chiudersi” in Vaticano durante un mese per un “sinodo sul sinodo” s’interrogano sulla capacità della loro Mater Ecclesiae di “aprirsi” a un mondo sempre più spiazzante, tra spinte alla secolarizzazione e intelligenze artificiali, tra una società europea preda del divertissement e le ripetute ondate di migranti provenienti dal continente nero e da quello asiatico in cerca di benessere e felicità. Senza pretese, ma con la forza della testimonianza, i 54 “profeti”, i 54 “testimoni” che Vito Magno ha riunito in questo libro raccontano un tratto della loro sinodalità ante litteram. La lettura del volume potrebbe essere un buon viatico per coloro che parteciperanno al sinodo, e anche per ogni persona che si interesserà al suo risultato.

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