1984, l’attualità di George Orwell

Tra gli appuntamenti della settimana: la riduzione teatrale del romanzo di Orwell del regista Matthew Lenton, e l’attualità di Socrate degli Anagoor tratta dal libro di Antonio Scurati; il monologo di Bebo Storti su un fascista mai pentito; l’Antigone in napoletano di Antonio Piccolo, e una storia partenopea di Giuseppe Patroni Griffi, con Arturo Cirillo.

“1984”, l’attualità di George Orwell

Con un cast di attori italiani il pluripremiato regista britannico Matthew Lenton torna a Modena mettendo in scena il celebre testo di George Orwell. «Cosa accadrebbe se fossi osservato tutto il tempo? – si interroga – E se le autorità conoscessero tutti i tuoi pensieri? Quale sarebbe la cosa peggiore che potrebbero scoprire? E se la usassero contro di te?». Winston Smith lavora per il Ministero della Verità, il suo compito è quello di riscrivere la storia in modo che si accordi con le idee del partito. Gli accadimenti che contraddicono la versione del partito, vengono cancellati e riscritti. Le notizie sono finte. Winston è bravo nel suo lavoro, ma una curiosità si insinua in lui, una curiosità sul vero passato. E una donna. È possibile innamorarsi in questo mondo? Questa domanda avrà conseguenze pericolose per Winston: la condanna alla terribile e famigerata Camera 101. A partire da un’indagine sulla verità e sulle diverse forme di controllo del pensiero attraverso i mezzi di comunicazione di massa, nel suo 1984 Lenton mette in luce quanto Orwell sia attuale oggi più che mai: in un mondo costantemente sorvegliato, quanto è improbabile che le autorità arrivino a controllarci del tutto?

“1984” di George Orwell, adattamento e traduzione Matthew Lenton e Martina Folena, regia Matthew Lenton, scene Guia Buzzi, luci Orlando Bolognesi, composizione musicale e disegno sonoro Mark Melville, costumi Gianluca Sbicca, video Riccardo Frati, con Luca Carboni, Eleonora Giovanardi, Nicole Guerzoni, Stefano Moretti, Aurora Peres, Mario Pirrello, Andrea Volpetti. Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. A Modena, Teatro delle Passioni, dall’10 al 22/4.

 Socrate il sopravvissuto

Una riflessione sulla scuola e la formazione delle coscienze attraverso il filtro della filosofia e della tragedia. Sulle tracce del romanzo di Antonio Scurati “Il sopravvissuto”, la compagnia Anagoor entra all’interno di una classe come tante dal punto di vista dell’educatore senza ricalcare la vicenda in un adattamento teatrale. Solo alcune tra le pagine più emblematiche del libro si intrecciano ad altre vicende, altre parole, altre dimensioni temporali: in questo caso gli ultimi momenti di vita di Socrate attorniato dai suoi discepoli prima della condanna a morte. Tra le ore che precedono la sua morte, e l’ora in cui lo studente Vitaliano Caccia massacra a colpi di pistola l’intera commissione di maturità, lasciando in vita il solo insegnante di storia e filosofia, si consuma tutta la battaglia al pensiero occidentale dalle sue origini ai suoi inevitabili e tragici esiti storici. Due gli eterni interrogativi: la domanda di senso, ingombrante punto di domanda rivolto al maestro, e la questione stessa della posizione del maestro rispetto al sapere e ai discepoli.

Socrate il sopravvissuto/come le fogliedal libro di Antonio Scurati “Il sopravvissuto”, con innesti liberamente ispirati a Platone, Cees Nooteboom e Georges I. Gurdjieff, regia di Simone Derai, con Marco Menegoni, Iohanna Benvegna, Marco Ciccullo, Matteo D’Amore, Piero Ramella, Margherita Sartor, Massimo Simonetto, Mariagioia Ubaldi, Francesca Scapinello; costumi Serena Bussolaro e Simone Derai; musiche e sound design Mauro Martinuz; video di Simone Derai e Giulio Favotto; maschere Silvia Bragagnolo e Simone Derai. A Milano, Piccolo Teatro Studio, dall’11 al 15/4.

 Mai Morti 

Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. A Bebo Storti il difficile compito di dar voce a questo nostalgico delle “belle imprese” del Ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati. “Mai Morti” era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia. Un monologo, una affabulazione nera”, che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.

“Mai morti”, testo e regia Renato Sarti, con Bebo Storti, progetto luci Nando Frigerio, video Mirko Locatelli. Produzione Teatro della Cooperativa in collaborazione con Teatro dell’Elfo, Teatri 90 Progetti/Maratona di Milano. A Bologna, teatri di Vita, dall’11 al 14/4.

 Scende giù per Toledo

Arturo Cirillo è Rosalinda Sprint, protagonista del celebre romanzo Scende giù per Toledo pubblicato nel 1975 da Giuseppe Patroni Griffi. L’attore, anche regista di se stesso in questo spettacolo, dà voce a tutti i personaggi di quella che sin dal suo esordio è considerata una delle più travolgenti invenzioni letterarie: la storia di un travestito napoletano, emblema della stravaganza e fragilità di una città con i suoi mutanti abitanti. Un flusso di parole che diventano carne, e spesso danza. Un tango disperato.

“Scende giù per Toledo” di Giuseppe Patroni Griffi, con e regia di Arturo Cirillo, scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi, luci Mauro Masarà, musiche originali Francesco De Melis. Produzione Marche Teatro. A Roma, Piccolo Eliseo, dall’11 al 29/4.

 La tragedia di Antigone ed Emone, in napoletano

Il giovane drammaturgo napo­letano Antonio Piccolo ripropone l’emblematica storia dell’eterno conflitto tra autorità e potere della celebre “Antigone” di Sofocle, attraverso lo sguardo di Emone, personaggio minore della tragedia, figlio di Creonte, promesso sposo dell’eroina sofoclea, con alcune varianti che riguardano, tra l’altro, i rapporti tra Ismene, la sorella di Antigone, e lo stesso Emone. Tutto questo col tramite di una lingua di nuovo conio portata ai nostri tempi, un’originale riscrittura in cui il mito rivive sul ritmo di una lingua quasi inventata, un dialetto napoletano che mescola alto e basso, registri letterari e popolari,

La traggedia de Antigone seconno lo cunto de lo innamorato”, di Antonio Piccolo, regia, scene, costumi e disegno luci Raffaele Di Florio, musiche Salvio Vassallo, con Paolo Cresta, Gino De Luca, Valentina Gaudini, Anna Mallamaci, Marcello Manzella. di Raffaele Di Florio, produzione del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino –Teatro Nazionale, in collaborazione con P.L.A.TEA. Fondazione per l’Arte Teatrale. A Roma, Teatro India, dal 10 al 15/4.

 

 

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