Pathways #daretocare – La seconda videolezione

Perché il dialogo ci porta in un mondo sconosciuto? E perché è così importante nel mondo di oggi? Rispondono Amy Uelmen, docente alla Georgetown Law School di Washington D.C. e Cristina Montoya, docente al Sophia University Institute.
Dare to care

Parlare di dialogo, a prima vista, non è qualcosa di molto impegnativo, soprattutto quando si pensa che il dialogo sia una sorta di piacevole chiacchierata in cui si raggiunge il consenso. Tuttavia, se guardiamo all’ambito politico, sociale e culturale, ci rendiamo conto che il dialogo è spesso l’elemento mancante. Perché? Perché il dialogo è un processo sempre difficile che inizia con l’ascolto: l’ascolto anche di opinioni con le quali non sono d’accordo.

Il dialogo ci porta in un mondo sconosciuto: l’altro, dove camminiamo nel buio e abbiamo persino paura delle nostre incertezze. E per quanto impegnativo possa essere questo dialogo, esso diventa una forma di comunicazione sempre più indispensabile. Ci troviamo immersi in un mondo in cui le forme di comunicazione rapida, di massa, ci fanno dimenticare l’individualità dell’altro, la comunicazione interpersonale, la possibilità di abbattere le barriere che ci impediscono di approfondire le nostre relazioni con gli altri.

Se non siete ancora convinti dell’importanza del dialogo e dell’ascolto per il  mondo di oggi, vi invitiamo ad ascoltare due esperte: Amy Uelmen, docente alla Georgetown Law School di Washington D.C. e Cristina Montoya, docente al Sophia University Institute. Tutte e due mostrano sfide e benefici del dialogo e dell’ascolto.

Uelmen e Montoya hanno davvero “dialogato” in questa seconda lezione di formazione promossa da United World Project nell’ambito della campagna #DareToCare.

 

 

 

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