Favola Leicester

Ma cosa sta accadendo nel più competitivo campionato di calcio del mondo, la Premier League inglese? Il romano Claudio Ranieri è l’allenatore del piccolo club rivelazione. Simbolo della squadra il sorprendente centravanti Jamie Vardy. #GoFoxes!
Ranieri

Fermate il mondo (del calcio), voglio scendere. Anzi no! Non svegliatemi neanche per idea, se è un sogno… Ma quanto sta accadendo in quello che attualmente è il più ricco e competitivo campionato di calcio al mondo, la Premier League inglese, è una meravigliosa realtà. Il Leicester City F.C., guidato da mister Claudio Ranieri da Roma, dopo il clamoroso successo per 3-1 di Sabato scorso in casa della corazzata dorata del Manchester City, inizialmente favorita per il titolo, è in letteralmente in “fuga per la vittoria” finale, come una romantica pellicola incentrata sul calcio ricorderebbe.

 

Forte di un primato a 53 punti, con cinque di vantaggio su Arsenal e Tottenham e sei proprio sul Manchester City, solo a fine gara, dopo sei mesi, “coach” Ranieri si è lasciato scappare per la prima volta un “Ci proveremo”. Il suo Leicester vince e si diverte: “Non me l’aspettavo io ma non se l’aspettava nessuno – ammette in proposito Marcello Lippi: – stanno vivendo una favola e quando si vive una favola significa che la sinergia è totale”.

 

D’altra parte Leicester, tredicesima città del Regno unito con 285.000 abitanti, conta sì su una squadra storica fondata nel 1884, ma resta un piccolo club con un monte ingaggi che non supera i 63 milioni di euro, quartultimo del torneo, una miseria in un campionato dove imperversano i fiumi di sterline di sceicchi e magnati: per capirci, in testa il Chelsea con 280 milioni, davanti alle due squadre di Manchester, United (264) e City (251), senza contare che il valore di mercato della rosa del Leicester ad inizio stagione era poco superiore ai 20 milioni (oggi oltre 90) contro i circa 500 del Manchester United per esempio.

 

«C’è il ‘salary cap’ e più di certe somme non possiamo spendere. Il club è venuto in Premier l’anno scorso e si è salvato giocando le ultime partite da disperati. Ora siamo riusciti a costruire una buona squadra e dobbiamo crederci – gongola Ranieri ai microfoni dei colleghi di ‘Radio anch'io lo sport’ –: questo è l’anno giusto per vincere la Premier. O entriamo in campo determinati in ogni partita, o lasciamo stare tutto. L’anno prossimo saremo a metà classifica, magari verso il decimo posto».

 

Come può allora realizzarsi una simile favola? «Clima sereno e amichevole che si respira nel club – risponde Ranieri, cui l’ambiente ricorda addirittura “quello di Catanzaro” dove ha giocato per diversi anni –: lì eravamo tutti amici, legati, clima positivo anche oltre la squadra, ci divertivamo a stare insieme siamo rimasti in ottimi rapporti, facciamo anche le vacanze insieme, ci vediamo a Natale. Un ambiente simile l’ho ritrovato anni dopo, da allenatore, a Cagliari».

 

«Ma in Italia – distingue il mister 64enne – quando le cose vanno male, sembra che hai fallito tutto. Una squadra la contestiamo, la chiamiamo sotto la curva o l’aspettiamo ai campi di allenamento. In Inghilterra anche quando sei ultimo ti battono le mani, basta che ti impegni. L’anno scorso il Leicester ha perso 5 o 6 partite di file e l’allenatore non è stato mandato via. E poi in Italia ci sono le polemiche infinite sui giornali, che invece non esistono in Inghilterra, dove si vive di più lo sport».

 

Il simbolo della squadra? Senza ombra di dubbio il sorprendente centravanti Jamie Vardy, favola nella favola: praticamente un dilettante fino a pochi anni fa, operaio arrivato tardi nel grande calcio, cui anche la nostra testata aveva dedicato questo tributo già lo scorso Novembre.

 

Sempre per richiamarci alle pellicole d’autore, questa splendida favola ricorda vagamente “Le riserve”, con Gene Hackman: un allenatore reputato “mai vincente” ma sempre signorile e appassionato di tattica, capace di assemblare un collettivo senza stelle, a parte qualcuna diventata tale proprio quest’anno grazie all’ambiente, come il funambolico algerino Riyad Mahrez, ma in grado di divorare il campo con abnegazione e corsa a perdifiato; un gruppo compatto e grintoso, composto da umili pedine affamate di riscatto, o perché arrivate tardi nel grande calcio o, più semplicemente, per dimostrare che qualcuno aveva sbagliato a non dare loro fiducia preferendo investire ingaggi faraonici per altre prime donne.

 

La favola delle “volpi” di Leicester è un patrimonio di tutti gli appassionati perché ad essere riscattato è il calcio, che molti vorrebbero inevitabilmente indirizzato nei suo risultati da capitali immorali o scommesse di bassa lega: vero, tutto vero, ma non deve essere per forza così, non va sempre così. Questi magnifici ragazzi del Leicester lo stanno dimostrando a tutto il mondo dello sport, inanellando una sorprendente sequela di vittorie meritate sul campo.

 

E allora #GoFoxes: per queste indimenticabili volpi una dolcissima uva non è lontana da raggiungere… anche a costo di sostenerli “ogni settimana”, come cantano ormai non sono i tifosi del Leicester, ma tutti gli appassionati della magia che il calcio non smette di regalare.

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