Volley e ciclismo, la Polonia trionfa

Campioni del mondo in due sport molto competitivi, con un’economia in salute e un ex primo ministro a capo del Consiglio europeo: è il momento d'oro dei polacchi
Stadio nazionale di Varsavia

Festeggiare due titoli iridati – e di quelli pesanti – nell’arco di sette giorni è “tanta roba”. A maggior ragione se non appartieni a una potenza dello sport mondiale come possono essere Stati Uniti, Cina o Germania. Eppure, nelle ultime due domeniche la Polonia si è presa le prime pagine dei media di settore, e lo ha fatto con pieno merito. Prima, il trionfo casalingo ai Mondiali di volley maschile; poi, l’oro del 24enne Michal Kwiatkowski nella prova in linea ai Campionati iridati di ciclismo su strada.

La Polonia è un Paese in crescita, il cui Prodotto interno lordo è aumentato del 3,5 per cento rispetto a due anni fa. Felice senza euro, così come Ungheria e Regno Unito (altre economie in salute), da poche settimane sulla poltrona di primo ministro è seduta una donna – Ewa Kopacz -, che ha sostituito Donald Tusk, nominato presidente del Consiglio europeo. Un Paese leader, dunque, in svariati settori, e adesso anche nello sport.

Erano in 12mila, sugli spalti della “Spodek Hall” di Katowice, a spingere i polacchi verso il secondo titolo mondiale della loro storia. Altri 15mila si erano assiepati davanti ai maxischermi installati all’esterno dell’arena: un vero e proprio muro biancorosso, in campo e fuori, al quale nemmeno i plurititolati brasiliani hanno saputo opporre resistenza.

Così, nella patria del volley,  capace – in occasione del match inaugurale dei Mondiali – di gremire un impianto da 62mila posti solitamente destinato al calcio (lo stadio nazionale di Varsavia: nella foto), Winiarski e compagni hanno regalato all’intero Paese una gioia che mancava da 40 anni esatti. E il francese Stéphane Antiga, ex giocatore ed ora ct della nazionale polacca, ha fatto centro – e che centro! – alla prima esperienza in assoluto da allenatore. Davvero niente male.

Ma se i polacchi erano tra i grandi favoriti per il titolo iridato di volley, non lo era certo Kwiatkowski nella prova in linea dei Mondiali di ciclismo. Da Valverde (poi terzo: sesta medaglia per lui, ma nessuna d’oro) a Degenkolb, da Gilbert a Cancellara, tra i nomi più attesi il suo non compariva. Eppure, in gare secche come questa, la sorpresa è sempre dietro d’angolo, a maggior ragione se gli outsider hanno il talento del portacolori della Omega Pharma-Quickstep. Perfetta, la sua azione, partita a 7.500 metri dal traguardo, proseguita andando a prendere i quattro fuggitivi (tra i quali l’azzurro De Marchi) e conclusa con un meraviglioso assolo fino al traguardo. Quello di Kwiatkowski è il primo oro iridato, a livello professionistico, per la Polonia del ciclismo: che sia arrivato in un momento storico così felice per tutto il Paese non è certo un caso. L’Italia prenda appunti.

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