Ventimiglia confine “sorvegliato speciale”

Nell’ultima stazione d’Italia prima della Francia sono intensificati e serrati i controlli per i cittadini che provengono dal sud del mondo, scampati dalla guerra, dalla fame e dall'angosciante traversata del Mediterraneo vorrebbero solo raggiungere il Nord Europa
Ventimiglia stazione

Il treno che porta al mare, di questi tempi, è sempre affollato. Festivi e feriali è questa la stagione delle vacanze o perlomeno di un piccolo ponte che Ferragosto concede comunque. Le fermate sono tante sulla linea Roma-Genova-Nizza. E a volte il treno in alcune tratte sembra lambisca il mare, calmo e piatto sotto. Sanremo, Bordighera, Imperia. Si sale e si scende. È il flusso di chi va al lavoro che si mischia con chi di lì a poco sarà in spiaggia. Spintoni e cortesie si intrecciano, nei corridoi superaffollati.

Poi Ventimiglia ed eccoci in terra francese, prima fermata Menton. La stazione di Ventimiglia è “sorvegliata speciale”, mi dice una signora. «Guardi, là sono tutti di loro, bivaccati, sporchi e ubriachi». Il “tutti di loro” sta a indicare un buon numero di cittadini del sud del mondo, che guardano spaesati in cerca di capire che fare. Qui nell’ultima stazione d’Italia, sono saliti un buon numero di poliziotti a chiedere documenti. Ma ben più severi saranno i controlli della gendarmeria francese. Scendere a Menton, se un cittadino extracomunitario riesce a raggiungerla, sarà una vera conquista, e se ci riuscirà sarà solamente dopo una lunga serie di snervanti controlli.

Da un po’ di tempo infatti, precisamente dall’inizio dell’anno, la pressione migratoria al confine con l’Italia si è accentuata a partire da inizio aprile 2014, soprattutto sono stati fermati al confine di Ventimiglia 694 irregolari e questo solamente nel secondo trimestre, contro appena 68 nel primo. I fermi di sans papiers da parte francese sono stati 5.235 nel primo semestre di quest’anno, con picchi di 1.845 a maggio (+165 per cento rispetto al mese precedente) e 2.628 a giugno (+43 per cento).

«Una cosa mai vista dalla primavera araba del 2010», scrive Le Figaro, quotidiano parigino. Ventimiglia dunque è tappa di un cammino che per tanti terminerà nel nord dell’Europa. L’Italia non interessa, appunto, sono di passaggio. Ma i controlli intensificati sia in treno che in strada al confine dalle due polizie di frontiera consigliano a chi non è in regola una sosta per capire meglio la situazione. Solamente una decina di chilometri scarsi li separa da Menton, ma il fronte è ora un rischio troppo alto.

La polizia di frontiera transalpina, nelle ultime settimane ha intensificato i controlli anche stradali con posti di blocco e un occhio fisso alla carnagione dei passeggeri. Oltre ai pattugliamenti sui treni. Quando li beccano senza documenti, li rispediscono per le vie brevi a Ventimiglia, senza curarsi di accertarne status o salute. Basta un fax alla polizia di frontiera italiana. Intanto i nostri Cie traboccano, non si sa dove metterli. E ad approfittare della situazione sono apparsi nuovamente i passeur, messi “fuori servizio” dall’abolizione delle frontiere. Ecco il loro tariffario: per arrivare fino a Mentone, 100 Nizza, 150 Marsiglia. Tre passeggeri per auto, partenza sul far della sera. Oppure l’altra alternativa, sempre targata passeur, è quella di attraversare la frontiera a piedi, come ai vecchi tempi su sentieri di pietra a strapiombo sul mare. Ventimiglia, ha scritto in questi giorni un quotidiano locale, è la Lampedusa del nord. Là arrivano i più fortunati via mare, qui in treno. E l’intoppo burocratico arresta le loro speranze. Carte, documenti, visti. Ma la maggior parte di questi cittadini, che fuggono dalla guerra dai massacri, dalla fame, non vuole restare in Italia. Vuole raggiungere parenti, amici, conoscenti che si trovano in Germania, in Belgio, nel nord dell’Europa.

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